Elena Gaiardoni
Un cane o un micio mettono la zampa sul tuo cellulare e vogliono le coccole. Nascondono il tablet sotto la loro pancia e ti piazzano il musetto tra le braccia quasi a dirti: «Non usarlo. Accarezzami». Un cane, come Nina, un golden retriver esperto di pet therapy nella casa pediatrica della Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano, sa cosa significa giocare per fare del bene e non del male. Nel suo dna non c'è proprio il concetto di bullismo, ma soprattutto di cyberbullismo, la persecuzione in rete che molti ragazzi mettono in atto contro un loro coetaneo fino a portarlo a compiere azioni molto gravi.
Nella hall dell'hotel Nhow di via Tortona, alla presenza tacita di Nina, si è stretta una convenzione per usare la pet therapy sulle vittime del cyberbullismo. «È prezioso il lavoro svolto dal Centro multidisciplinare della Casa pediatrica del Fatebenefratelli, che è diventato un punto di riferimento per i casi di bullismo e cyberbullismo, tanto per le vittime quanto per i bulli. Ora si avvale, nel processo di recupero, anche della collaborazione degli animali specializzati nella pet therapy, grazie alla convenzione con Frida's Friends onlus. È importante che le istituzioni, e specialmente il ministero dell'Istruzione, mettano a frutto, dando piena attuazione alla convenzione esistente, l'esperienza iniziata a Milano» commenta Michela Vittoria Brambilla presidente commissione bicamerale per l'infanzia e l'adolescenza.
«Sappiamo che il disagio adolescenziale sta assumendo colori sempre più forti e sfumature che si fa sempre più fatica a cogliere, soprattutto quando parliamo di rete. I ragazzi sono incontrollabili in rete: si perdono dentro e causano danni a se stessi e agli altri con conseguenze davvero gravi. Per far fronte a questo abbiamo puntato sulla multidisciplinarietà delle cure - dice il professor Luca Bernardo, responsabile della Casa pediatrica dell'Asst Fatebenefratelli-Sacco -. Tra le tante discipline contro i danni del cyberbullismo ora introduciamo la pet therapy, disciplina fondamentale per il suo valore di contatto fisico e le sue benefiche implicazioni psicologiche. Per quanto concerne il cyberbullismo non possiamo più nascondere la testa sotto la sabbia. Tutti abbiamo delle forti responsabilità, a partire dai grandi colossi del web».
Partner dell'iniziativa, prima in Italia, è Frida's Friend's Onlus, il centro cinofilo che già accompagna cani come Nina all'interno del reparto pediatrico per curare altre patologie. «Con il cyberbullismo siamo proprio all'alba, ma abbiamo già cominciato - dice Marco Colombo, presidente di Frida's -. Stiamo lavorando con due casi: una ragazzina di 13 anni e un ragazzo di 16. È un progetto che ha bisogno di tempo, ma ci attendiamo un buon risultato. I due ragazzi lavorano col cane e con due psicologi».
Se possiamo ipotizzare che nell'immenso oceano della tecnologia stiamo attraversando un diluvio universale liquido, sarà ancora un'arca di Noè a salvare i nostri figli: cani, gatti, tartarughe, furetti, cavalli, asini da cui esce l'energia primaria della buona natura. «Per far passare questo messaggio dobbiamo cominciare dalle famiglie - dice Ivano Zopppi di Pepita Onlus, altro partner del progetto -.
Contro la rete virtuale, bisogna costruire una rete fisica, fatta appunto di genitori, insegnanti, nonni e pet, che tolgano il ragazzo dall'eccessivo rapporto con lo strumento tecnologico, che li educa a un silenzio difficile da rompersi». E non è il silenzio affettuoso di un animale, a cui bastano gli occhi per parlare ai nostri giovani che con gli occhi non si parlano più, ma solo con dei tasti, come proiettili.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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