I talia rimandata in Rom. Secondo l'Europa non garantiamo alla minoranza (140mila unità) tutti i suoi diritti. Una constatazione che contrasta con il sospetto e il senso di minaccia con cui la gran parte degli Italiani guarda ogni giorno le bande che pattugliano i cassonetti, che assediano i viaggiatori nelle grandi stazioni, che hanno fama di mandare le ragazzine a borseggiare i passeggeri di autobus e metrò.
Esasperazione contro diritti. Pregiudizi contro utopie. Cultura contro cultura. Tutto molto difficile, molto scivoloso. Ma secondo il Consiglio d'Europa (da non confondersi con l'Ue: ha sede a Strasburgo, ha 47 membri compresi Georgia, Armenia, Azerbaigian e Turchia e il compito di «promuovere la democrazia, i diritti dell'uomo, l'identità culturale europea e la ricerca di soluzioni ai problemi sociali in Europa» attraverso iniziative comunque non vincolanti) la colpa è tutta nostra. Uno dei suoi organi, l'Ecri, la commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza, nel suo ultimo rapporto sul nostro Paese si lamenta: l'Italia dal febbraio 2012 ha fatto qualche passo avanti, ma il processo che deve portare al pieno rispetto dei diritti dei Rom «è lento».
L'Ecri si riferisce in particolare agli sgomberi dai campi e invita Roma a dare piena protezione ai Rom sulla base di ciò che prevede il diritto internazionale e a rispettare il principio del non refoulement , cioè del non respingimento, evitando le espulsioni immediate e definitive. Non solo: secondo Strasburgo serve una più efficace e tempestiva individuazione dei migranti che hanno bisogno di protezione internazionale e di consulenza legale. E che l'Unar, l'ufficio italiano antidiscriminazioni razziali, ancora legato al dipartimento delle Pari Opportunità di Palazzo Chigi, sia indipendente dal governo, abbia competenze più ampie e il potere di rappresentare le vittime di discriminazione davanti ai tribunali italiani.
Va detto che l'Europa da molti anni martella l'Italia perché faccia di più a favore dei Rom. L'anno scorso il commissario dei Diritti Umani del Consiglio d'Europa, Nils Muiznieks, aveva raccolto da esponenti di Amnesty International Italia informazioni sui diritti umani dei Rom tra «sgomberi forzati, segregazione in campo in condizioni abitative gravemente inadeguate ed esclusione dall'edilizia residenziale pubblica». Nel rapporto di tre anni fa l'ente chiedeva all'Italia di «intensificare gli sforzi per combattere la discriminazione nei confronti dei Rom in vari settori, quali l'occupazione e la salute» e di «porre rimedio alla situazione di emarginazione, di svantaggio, di discriminazione di cui soffrono i Rom». Nel 2011 il Consiglio d'Europa parlava di «situazione notevolmente deteriorata per Rom e Sinti in Italia». L'anno prima era stato il Cohre (Centro per i diritti alla casa e gli sfratti) a mettere sotto accusa l'Italia. E negli anni precedenti un coro di imputazioni: «Condizioni di vita scandalose per la comunità Rom» (2010); «Pochi progressi nell'effettiva protezione dei diritti umani di Rom e Sinti» (2008); «La decisione di istituire un commissario nazionale per l'emergenza Rom si fonda su pregiudizi e non fa che perpetuarli» (2008); «È cruciale fare una distinzione tra chi commette delitti e la stragrande maggioranza» (2008); «Pregiudizi sociali, atti di discriminazione ed episodi di violenza, talvolta anche da parte della polizia contro Rom e immigrati» (2002).
L'Associazione Nazione Rom ha annunciato un ricorso al Tar contro la delibera con cui la Regione Lazio ha ratificato l'istituzione del Tavolo regionale per l'inclusione e l'integrazione sociale delle popolazioni Rom, Sinti e Caminanti perché, non prevedendo la presenza come membri di rappresentanti delle minoranze, violerebbe gli accordi quadro strutturali europei e la stessa strategia nazionale di inclusione dell'Unar.
L'ente incoraggiava l'Italia a «intensificare gli sforzi contro la discriminazione nei confronti dei Rom in vari settori, quali l'occupazione e la salute» e a «porre rimedio alla situazione di emarginazione»
Nel 2011 il Consiglio d'Europa parlava di «situazione notevolmente deteriorata per Rom e Sinti in Italia».
L'anno prima era stato il Cohre (Centro per i diritti alla casa e gli sfratti) a mettere sotto accusa l'ItaliaIl commissario dei Diritti Umani del Consiglio d'Europa, aveva incontrato Amnesty International che gli sottoponeva i diritti dei Rom tra «sgomberi forzati e segregazione in condizioni abitative inadeguate».
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