Abbiamo l'impressione che agli italiani non importi nulla di quanto sta accadendo in Ucraina. Forse non ne conoscono i problemi, qualcuno non saprà neppure trovarla sulla carta geografica. D'altronde i giornalisti non sono in grado di spiegare ai lettori ciò che loro stessi ignorano. Noi non abbiamo la pretesa di salire in cattedra: ci limitiamo ad alcune osservazioni. Una parte della popolazione ucraina desidera aggregarsi al treno europeo, convinta di fare un buon affare, non immaginando in quale guaio si ficcherebbe (ma questo è un altro discorso). L'altra parte, essendo di ceppo russo, vuole rimanere appesa a Mosca.
La lite era ed è inevitabile, anche perché ballano interessi enormi legati ai prodotti energetici. Vladimir Putin, badando al proprio tornaconto, mira a impadronirsi di quello che giudica un suo satellite. L'Europa e, in generale, l'Occidente (Stati Uniti) spingono in senso opposto. La guerra non è il modo migliore per dirimere i contenziosi: tutti lo pensano e lo dicono, ma nessuno poi è coerente con le idee che esprime; e allora si accettano i conflitti armati, talvolta reputandoli inevitabili come le calamità naturali.
In effetti nella zona si spara da mesi e la conta dei morti e dei feriti non ha portato a una soluzione. Cosicché la Ue e gli Usa, incapaci di fare altro, hanno deciso di infliggere sanzioni alla Russia affinché Putin la smetta di dare manforte ai russi di Ucraina. Mossa rivelatasi stupida. Peggio, autolesionistica. L'Italia, per esempio, non può più esportare nulla nel «regno del freddo» con grave danno per la propria economia.
Poiché, nonostante tutto, il fuoco non è cessato, Angela Merkel e François Hollande hanno incontrato lo zar Vladimir per esortarlo a zittire i cannoni. Iniziativa lodevole? Ovvio, la via diplomatica è sempre preferibile al sentiero di guerra. Peccato, però, che il negoziato sia fallito, per adesso. Poi, si vedrà.
Nel frattempo Barack Obama, l'unico Nobel per la pace cui prudono le mani, ha manifestato la propria mansuetudine minacciando d'inviare all'Ucraina una fornitura di armi micidiali. Il presidente Usa in sostanza è persuaso che la sospensione delle ostilità si ottenga mostrando i muscoli e agitando la sciabola. Uno così non si può definire che irresponsabile, senza scomodare termini psichiatrici. Non che Putin sia un agnellino, assomiglia di più a una tigre, e le belve conviene addormentarle, non stuzzicarle.
L'umanità non è pronta a sopportare un'altra guerra, mentre Obama, a cui il premio Nobel ha dato alla testa, ha il dito che trema sul grilletto. Gli consigliamo di spararsi su un piede, così magari si calma. Invece l'imperatore di Washington è talmente eccitato da meditare (progettare) perfino un terzo intervento bellico in Irak, dato che i primi due (con centinaia di migliaia di morti) sono serviti soltanto a imbufalire i fondamentalisti islamici, i quali non vedono l'ora di decapitarci in massa.
Torniamo alla Merkel. A che titolo si è recata da Putin? È andata da lui in veste di regina d'Europa, accompagnata dal valletto Hollande nel ruolo marginale di assistente. Chi l'ha autorizzata a rappresentare i Paesi dell'Unione? Ella non ha ricevuto alcun incarico, eppure ha discusso a nome della comunità. È la prova: la cancelliera si è autopromossa leader del continente confondendolo con il Quarto Reich già in corso di realizzazione.
Un'Europa germanocentrica è intollerabile, tuttavia non c'è anima che si opponga al piano della Merkel. Anzi, la signora è incoraggiata a procedere dal silenzio dei partner nonché dal fatto che nella Ue ci sono nazioni di serie A, di serie B e di serie C, i cui capi sono perennemente in ginocchio davanti all'inflessibile matrona tedesca. Poi c'è chi sogna ancora di costituire gli Stati Uniti d'Europa. Ma questa non è manco una visione onirica, bensì una barzelletta.
La Ue non ha una politica estera comune e non ha neppure un esercito, una diplomazia, un'economia, un fisco, una lingua comuni: ha solo la moneta unica, che sta riducendo sul lastrico i Paesi del sud, incluso il nostro. Adesso che frau Angela si è incoronata monarca e cerca di rabbonire Putin abbiamo una certezza: la nostra Europa non è una potenza, ma una specie di circo Barnum.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.