Ora a difesa del ddl Cirinnà scendono in campi i ‘preti arcobaleno’, figli di un Dio laico. In un appello pubblicato sull’Huffington Post, scritto da Don Aldo Antonelli, membro dell’associazione Libera di Don Ciotti e noto per il suo antiberlusconismo, esprime, a nome anche di altri 6 sacredoti tutto il loro “disagio nel difendere l'ultima versione del disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili perché è un compromesso al ribasso”.
Una soluzione frutto di un accordo di governo fatto da una maggioranza“raccogliticcia e indifferente ai diritti civili, ma interessata alle manovra di potere”, si legge nell’appello in cui vi è anche forte critica verso quei parlamentari che si definiscono cattolici e poi “appoggiano e votano qualsiasi sconcezza, calpestano qualsiasi etica, sono conniventi con malaffare, malavita e interessi di parte, facendo della corruzione e della illegalità il loro pane quotidiano”.
I preti arcobaleno si appellano al secondo e terzo articolo della Costituzione e chiedono che una legge come questa sia prerogativa del Parlamento e venga votata senza alcun vincolo di appartenenza.“Siamo convinti - si legge nella lettera - che la storia dell'umanità non è mai stata portatrice di un solo modello di famiglia e tanto meno si fa garante di 'una famiglia come voluta da Dio', dal momento che la Sacra Scrittura (Antico e Nuovo Testamento) non ne parlano, ma offrono a ciascuno la possibilità di vivere il dono dell'alleanza e dell'amore a perdere come segno e manifestazione del volto del Dio di Gesù Cristo”. Per loro la famiglia tradizionale promossa dal"Family Day" “è un'astrazione, legata a una particolare cultura di particolari momenti storici, condizionata da sistemi e costumi sociali, economici e religiosi”.
Un luogo che troppo spesso è teatro di violenze proprio nei confronti di quei bambini che si vorrebbe difendere proibendo coppie omosessuali di adottare dei bambini. I ‘preti arcobaleno’, invece, si schierano contro la posizione la posizione ufficiale espressa dalla Cei, e a favore delle adozioni gay. Da qui nasce l’appello di questi “preti cattolici rispettosi della laicità dello Stato” (così si definiscono) ai parlamentari affinché “senza manovre di bassa lega” approvino la legge Cirinnà, mentre invitano chi non la vuole a evitare “minacce di ritorsione elettorale”.
La lettera è sottoscritta da altri 6 preti : don Giorgio De Capitani di Milano, don Claudio Miglioranza di Castelfranco Veneto, don Paolo Farinella di Genova, don Raffaele Garofalo di Sulmona, don Michele Dosio e don Pippo Anastasi, entrambi di Torino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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