Gregorio De Falco dalla Concordia alla Diciotti. Il senatore ex grillino, ora al misto, è uno dei membri della Giunta per le immunità chiamata a valutare la richiesta di autorizzazione a procedere ai danni di Matteo Salvini. La posizione dell'ex comandante della Marina è ormai nota: per De Falco i migranti devono essere "fatti sbarcare". Sempre. Ed era lui uno dei più accaniti oppositori del dl Sicurezza redatto dal ministro dell'Interno. Non c'è da stupirsi, dunque, se a Mezz'ora in più, ospite di Lucia Annunziata, è tornato all'attacco della politica dei porti chiusi del governo gialloverde.
"Non posso negare che la Marina sia stata umiliata nella vicenda Diciotti", ha spiegato il senatore ex Cinque Stelle, "Ho parlato con il comandante della Diciotti. Non fa passare le emozioni ma posso dire che ha fatto il suo dovere". Secondo De Falco "il porto è della marina Militare" e quindi si sarebbe aspettato "un intervento dal capo di stato maggiore della Marina Militare, che non è arrivato".
Non è ancora chiaro se voterà a favore o contro l'autorizzazione a procedere, ma per ora prende tempo: "Sto valutando - ha spiegato - ho in mente alcuni dei criteri di valutazione, devo intanto sentire le opinioni altrui, voglio ascoltare tutti i 23 membri della giunta e capire. I miei criteri di valutazione devono essere pertinenti la natura dell'atto".
De Falco potrebbe seguire la linea "ortodossa" del grillismo, quella che si è sempre opposta a qualsiasi tipo di immunità. A ben vedere, neppure il M5S ha le idee ancora chiare. Oggi Di Maio ha ribadito che il caso Salvini non è una "immunità" come tante altre, ma si tratta di un caso particolare perché riguarda scelte politiche del governo. Eppure nel Movimento resta la tentazione di non cedere ai principi, soprattutto se il leghista dovesse continuare a battere il chiodo per concludere la Tav.
Sulla questione Sea Watch, intanto, De Falco ha criticato la decisione di lasciare per giorni i migranti in fonda di fronte al porti di Sicuracusa.
"Andavano fatti sbarcare - ha spiegato - quando si prende una persona dal mare 'per i capelli' questa persona non ha nazionalità, non ha nome, età e colore è un naufrago, una persona che stava per morire la si deve portare a terra e non lo dico io o lo Stato italiano ma almeno tre convenzioni internazionali a cui abbiamo aderito". L'idea del senatore è chiara: tutti i porti hanno "l'attitudine a offrire rifugio alle navi, una nave che abbia raccolto i naufraghi deve poter accedere sempre".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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