«Siamo con Renzi solo sulle riforme. Ma su tutto il resto faremo una opposizione senza sconti». Silvio Berlusconi, durante l'Ufficio di presidenza, torna nuovamente a puntualizzare la linea di Forza Italia verso il governo, respinge malintesi e percezioni parziali, e suggerisce al premier un cambio di rotta sulla politica monetaria. Bisogna chiedere all'Unione Europea e ad Angela Merkel «che la Bce stampi moneta e garantisca i titoli». Senza escludere neppure, come estrema ratio, l'uscita dall'euro e la riconquista della sovranità.
È un lungo ragionamento sulla situazione economica internazionale, quello che si concede il presidente di Forza Italia durante la riunione del parlamentino del partito. Un discorso che fa risuonare più di un allarme sui rischi di una crisi che non consente più cautele e indecisioni. Un'analisi complessa, sviluppata senza troppi tabù e senza eccessivi omaggi al politicamente corretto, con una invocazione e un consiglio indirizzato al premier: adotti una linea più dura, faccia fronte insieme ad altri Paesi, senza escludere possibili conseguenze «concrete».
«L'Italia ha bisogno di recuperare spazi di sovranità» è la premessa del suo ragionamento. Una necessità che, a determinate condizioni, potrebbe essere trasformata in realtà. «C'è uno studio - spiega - secondo il quale tra qualche anno l'Europa sarà la potenza economica più debole. A questo punto si potrebbe anche pensare a una uscita dall'euro prima che ciò accada. Ho fatto questo ragionamento anche a Renzi e secondo me ci sta pensando. L'ho detto anche a lui, bisogna chiedere all'Unione Europea, e alla Germania in particolare, che la Bce stampi moneta e garantisca i titoli».
Silvio Berlusconi nel corso del suo intervento al Comitato di presidenza di Forza Italia, rivendica il «patto del Nazareno» siglato con il premier. «Mi avete dato pieni poteri, io - avrebbe detto - rispetto il patto perché ho dato la mia parola e lo porto avanti», dunque «avanti sulle riforme, anche perché o siamo dentro oppure se le fanno da soli, ma netta opposizione sugli altri temi». Insomma, nessuno sconto a cominciare dalla riforma del lavoro, riforma sulla quale non nasconde la sua delusione. «Renzi ha fatto marcia indietro, così non va». Un giudizio duro che si estende anche alle politiche adottate dal governo sull'immigrazione. «Mare nostrum è sbagliatissimo» perché gli scafisti dicono ai migranti «che bastano 12 miglia e poi arrivano gli italiani a prenderli», il governo «doveva ottenere il supporto dell'Unione Europea. Mi opposi alla guerra in Libia, con me e Gheddafi l'immigrazione fu stoppata». Berlusconi per uscire dalla crisi vede una strada obbligata: «Bisogna immettere liquidità, le nostre imprese pagano interessi troppo alti. Inoltre c'è un problema di infrastrutture, di arretratezza nel digitale e nella giustizia». Infine un nuovo monito sull'approccio anti-strategico adottato nei confronti della Russia. «La situazione è molto preoccupante, purtroppo siamo in mano a dei dilettanti.
Solo per l'amicizia con il sottoscritto Putin non ha fatto l'embargo sulla moda» spiega Berlusconi. «Peraltro ora il rischio è che il gas vada in India e non in Europa» Il mio suggerimento al premier Renzi era che le sanzioni fossero «approvate ma non applicate. Da queste sanzioni deriva un grande danno all'Italia».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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