Dopo la mancata solidarietà dell'Europa sulla redistribuzione dei migranti della nave Diciotti, l'Italia ha guardato altrove.
Sul podio ci sono finiti Albania, Irlanda e la Chiesa italiana che si sono detti disponibili ad accogliere i 150 immigrati. E se i primi profughi sono partiti per le diocesi, quelli per l'Albania sono ancora fermi. Il motivo? Fonti europee, infatti, da alcuni giorni spiegano che "l'Italia non può inviare potenziali richiedenti asilo in Albania, a meno che i migranti non accettino il trasferimento su base volontaria". Questo perché non è possibile secondo il diritto Ue sui rimpatri inviare qualcuno, contro la sua volontà, verso un Paese di cui non è originario o attraverso cui non è transitato.
In sostanza, quindi, i migranti che dovrebbero finire a Tirana non potranno essere trasferiti in Albania "se non lo vogliono". Una bella gabola, insomma. E per chi non lo avesse capito, la portavoce per l'immigrazione dell'Ue Natasha Bertaud lo ribadice a chiare lettere: "L'Italia deve ottenere il consenso delle persone".
Ma la notizia - ovviamente non poteva lasciare in silenzio il ministro dell'Interno italiano che per la nave Diciotti è finito nel registro dgli indagati per sequestro di persona, abuso d'ufficio e arresto illegale.
"In Europa non muovono un dito per accogliergli, però si indignano se vanno in Albania perché 'ci vuole il loro consenso'. Dove siamo, in un villaggio vacanze??? Pazzesco...".Chissà, quindi, se Matteo Salvini riuscirà a mandare i 20 immigrati in Albania.
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