"Per una questione di cortesia andremo a dire alla Francia che la Tav è superata". Ieri sera, nel corso dell'assemblea dei parlamentari grillini, Luigi Di Maio è tornato ad aprire le ostilità nei confronti dell'Alta velocità. "Occorre seguire la strada scritta nel contratto - ha detto ai suoi - ma è chiaro che il nostro ministro delle Infrastrutture dovrà andare a dire alla Francia che l'Alta velocità è superata". Una posizione belligerante che non fa altro che rendere più difficili i rapporti con Bruxelles e, in modo particolare, con Parigi.
"Non so come faccia Di Maio a dire che la Torino-Lione sarebbe stata utile trent'anni fa e non oggi. Ne abbiamo molto più bisogno oggi". Alla riunione della Commissione intergovernativa Italia-Francia per la Torino-Lione Laurens Jan Brinkhorst, coordinatore europeo per il Corridoio Mediterraneo, non lesina critiche nei confronti di Di Maio. "Trent'anni fa il traffico era molto inferiore ad oggi, solo nel '92 sono cominciati i grandi scambi", fa presente Brinkhorst ricordando che "sia in Italia sia in Francia il tunnel è presentato come binazionale, ma il 40 per cento del progetto è finanziato dall'Unione europea. Se l'Europa spende di più di Italia e Francia è perché la considera strategica". Anche Louis Besson, presidente della Commissione intergovernativa Torino-Lione, ci ha tenuto a sottolineare che l'opera"è un asse fondamentale per l'Europa, sia per la dimensione ecologica sia economica". "Se non fosse realizzata, ci sarebbero ricadute negative anche sui Paesi vicini", continua Besson augurandosi che, pur nel rispetto delle scelte degli elettori italiani, "prevalga il buon senso". "Occorre avere un atteggiamento costruttivo - conclude - sedersi intorno a un tavolo e cercare di andare oltre ai problemi".
Quello che Di Maio non dice è che uscire dal progetto dell'Alta velocità potrebbe costare davvero caro all'Italia. "Pur non risultando penali in senso stretto - fa notare l'agenzia Agi - il nostro Paese si troverebbe innanzitutto costretto a restituire un finanziamento europeo di oltre 800 milioni di euro, che non potrebbe usare per altri scopi". In questo caso, però, non verrebbero spesi nemmeno i fondi italiani necessari, insieme a quelli europei, al completamento dell'Alta velocità.
"Ma - continua l'Agi - il problema maggiore è quello dei possibili risarcimenti che Francia e Unione europea potrebbero chiedere all'Italia: un miliardo abbondante di euro, che Parigi e Bruxelles hanno già speso per le opere preliminari, senza contare i 350 milioni già spesi dall'Italia, inutilmente a quel punto".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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