Roma - Il giorno X è domani. Nel pomeriggio i componenti della Giunta per le immunità del Senato voteranno se concedere o meno l'autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini per il sequestro di persona dei migranti a bordo della nave Diciotti.
Alle 13,30, compatibilmente con i lavori dell'aula, inizieranno le dichiarazioni di voto e i senatori dovranno pronunciarsi sulla proposta del relatore, Maurizio Gasparri, che della Giunta è anche presidente, di respingere la richiesta avanzata dal Tribunale del ministri di Catania. Secondo Gasparri dalle carte emerge che Salvini «ha agito per tutelare preminenti interessi di natura pubblica nel quadro di un'azione di politiche di governo sul contrasto dell'immigrazione e di tutela della sicurezza nazionale». Motivo per il quale il presidente Gasparri nei giorni scorsi ha deciso di inviare alla Procura di Catania le memorie con cui il premier Conte e i ministri Di Maio e Toninelli dichiaravano di condividere la linea dura del Viminale. Una mossa che di fatto ha determinato l'iscrizione nel registro degli indagati dei nomi dei tre esponenti di governo.
Ma questo passaggio non ha comportato slittamenti sulla tabella di marcia per la vicenda del solo Salvini. Domani, infatti, dopo una breve replica di Gasparri, ci saranno le votazioni. Per i risultati c'è molta attesa e soprattutto preoccupazione, in caso di sì al processo, per un'eventuale crisi di governo, prospettata da fonti di un M5s sempre più inquieto a causa delle discusse consultazioni online che diranno ai Cinque Stelle come comportarsi. Dopo il voto della Giunta, che arriva con un anticipo di tre giorni sul termine stabilito dal regolamento del Senato, sarà comunque l'Aula a doversi pronunciare. E lo dovrà fare entro il 25 marzo, il lunedì successivo alle elezioni regionali in Sardegna. Due appuntamenti determinanti, soprattutto per i Cinque Stelle.
Le intenzioni dei membri della Giunta, a parte quelle dei pentastellati, sono chiare. Forza Italia voterà compatta per salvare Salvini, così come ribadito ieri da Silvio Berlusconi, determinato ad evitare che in Italia «i magistrati possano decidere gli atti dei politici».
Il no dell'azzurra Laura Ravetto è motivato invece dal fatto che Forza Italia ritiene «le politiche migratorie di competenza dei governi». Per salvare Salvini voterà Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, mentre il Pd è pronto a dire sì all'autorizzazione a procedere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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