L'Italia è sempre irrilevante in questa Ue-truffa

Come era stato con Berlusconi, liquidato con qualche sorrisino ironico, Renzi non ha partecipato alle consultazioni con i greci

L'Italia è sempre irrilevante in questa Ue-truffa

Quando i capi di Stato di Germania e di Francia avevano reagito alle argomentazioni europee di Berlusconi, allora capo del governo, con sorrisetti ironici, qualcuno aveva attribuito l'episodio all'inadeguatezza personale del Cavaliere. Ma Berlusconi era stato solo il pretesto che Germania e Francia avevano colto per dimostrare che l'Italia contava come il due di picche e che senza di loro non c'era trippa per i gatti. Ora, con Renzi, in occasione delle consultazioni con i greci, la situazione si è ripetuta. Niente sorrisini, ma il nostro capo del governo è stato semplicemente escluso dalle consultazioni di Germania, Francia e Commissione europea con la Grecia. Come era stato con Berlusconi, liquidato con qualche sorrisino ironico, Renzi non ha partecipato alle consultazioni con i greci perché l'Italia, per dirla con un' antica e cruda definizione, continua a essere solo una trascurabile entità geografica. Berlino e Parigi mal sopportavano la pretesa di Berlusconi di recitare un ruolo pari al loro e la stessa cosa si ripete oggi con Renzi. Come il Cavaliere era stato solo un pretesto, così lo è ora Renzi. L'obiettivo era un altro allora; è un altro adesso. L'Italia è un concorrente scomodo, soprattutto può esserlo se le si dà corda sul piano industriale e commerciale. Corda senza la quale non ha neppure la forza per imporsi su quello politico. Germania e Francia si guardano bene dal dare corda all'Italia. Non l'aveva con Berlusconi. Quando mostrò di provare a procurarsela, fu fatto fuori con una congiura a metà finanziaria e a metà interna con la complicità dell'opposizione di sinistra - lo spread fatto salire a livelli vertiginosi, la minaccia di fallimento dell'Italia e la crisi di governo manovrata dal presidente della Repubblica Napolitano- non l'ha adesso con Renzi, che essendo più furbo del Cavaliere si tiene alla larga dalla Germania e dalla Francia, mettendosi al loro seguito. Così, diciamola tutta, non è il nostro capo di governo del momento a essere inadeguato. È l'Italia di sempre. Se mai, Berlusconi e Renzi hanno avuto il torto di non avere fatto quelle riforme del nostro sistema politico e economico che avrebbero conferito al nostro Paese la forza economica per crescere e la forza politica per imporsi. Senza crescita, l'Italia non ha mai avuto crescita economica autonoma e forza politica e, tanto meno, l'ha ora. Ovviamente, per avere crescita economica e forza politica, l'Italia non avrebbe dovuto, non dovrebbe, seguire le direttive europee, che sono fatte apposta per favorire la Germania e la Francia, ma provvedere alle riforme autonomamente, come cercano di fare ora i greci. Ciò che il linguaggio giornalistico chiama austerità, in realtà, è una politica europea che, deprimendo gli eventuali concorrenti, faccia gli interessi della Germania (soprattutto) e della Francia (in misura minore, ma ugualmente rilevante). L'Unione europea non è un organismo all'interno del quale vigano regole paritarie. Gli Stati membri non contano tutti allo stesso modo; c'è qualcuno, per dirla con Orwell, più uguale degli altri e sono la Germania e la Francia. L'Ue è una forma di associazione che serve gli interessi tedeschi e francesi, le sole due grandi potenze europee in grado di imporli grazie alle proprie condizioni economiche interne e, di conseguenza, a tutti gli altri Paesi, Italia compresa. Finora, la politica di austerità ha fatto gli interessi soprattutto della Germania, e della Francia ancorché in misura minore. Il merito del governo greco è stato di avere reagito a tale imposizione indicendo il referendum proprio sulle richieste dell'Ue e che si è risolto con un voto che rifiuta di adottare tali misure.

L'Unione europea, così come è concepita e funziona, è una truffa che gli italiani, si tratti di Berlusconi o di Renzi, non sono stati in grado di denunciare, ma alla quale hanno dovuto accodarsi un po' per incultura e conformismo, molto per convenienza.

Le crisi che si sono succedute, e soprattutto quest'ultima, avrebbero dovuto essere l'occasione per chiedere una revisione dei trattati che ne regolano la governabilità. Berlusconi e Renzi non l'hanno fatto, non perché entrambi inadeguati; ma perché lo era, lo è, l'Italia. Che lo sarà almeno fino a quando non si darà una regolata...

piero.ostellino@ilgiornale.it

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