E Alfano prova a evitare l'esplosione di Ncd

Tensione sulle alleanze, il ministro raduna i suoi dopo la rissa Lupi-Quagliariello

E Alfano prova a evitare l'esplosione di Ncd

Roma - Il Ncd cerca di non esplodere proprio in conclave: sarebbe devastante, infatti, dar vita a un'Assemblea nazionale con i nervi a fior di pelle. Così, ieri, Alfano ha radunato i suoi per dispensare bromuro e fare il punto. Dopo che giovedì sera Quagliariello e Lupi se n'erano dette di tutti i colori, il leader ha cercato di prendere il timone della nave. Risultato: toni molto più soft rispetto alla riunione di ieri l'altro: Alfano, De Girolamo e Quagliariello al tavolo, gli altri in platea, assenti giustificati Lupi e Lorenzin.

Si cerca una linea chiara affinché oggi finisca a tarallucci e vino e non a pesci in faccia. A dividere la truppa il futuro del partito e le alleanze. L'ipotesi di Quagliariello, che aveva parlato di «geometrie variabili» in vista delle prossime regionali e che aveva provocato l'ira funesta di Lupi, è stata definitivamente cassata. Il Nuovo centrodestra vuole restare con i piedi ben piantati nel centrodestra. Lo dice chiaro e tondo Barbara Saltamartini, sul banco degli imputati perché accusata di essere troppo filo-Arcore: «Guardate che io non ho intenzione di ritornare in Forza Italia dove, peraltro, non sono mai stata visto che prima militavo in An», ha voluto precisare. Poi il puntino sulla «i»: «Ma non voglio che veniamo meno al nostro nome: “Nuovo Centrodestra”». Ossia: di accordi con la sinistra alle amministrative non se ne parla proprio. Anche Cicchitto non vuole sbandamenti ma non vuole inseguire Forza Italia e si augura che «Berlusconi dica “Tana liberi tutti”»; ossia che si faccia definitivamente da parte.

Giuseppe Scopelliti, che domani non ci sarà perché all'estero, invece saluta positivamente «l'ipotesi di una costituente popolare per individuare un cammino con gli altri partiti di centrodestra, Lega inclusa». Qualche critica piove sulla testa di Quagliariello sulla gestione del partito; l'accusa è di aver dato poca attenzione ai territori, specie visto che le Regionali sono alle porte. A chiudere e cercare di fare la sintesi, Angelino Alfano. Il quale pianterà i suoi paletti e detterà le condizioni per un dialogo con il Cavaliere: modifiche alla legge elettorale e primarie di coalizione per individuare la futura leadership.

Nel partito, tuttavia, rimangono le

tensioni interne. E anche esterne posto che Alfano ha bisbigliato «Non mi faccio certo dettare la linea da De Poli...», riferendosi ad Antonio De Poli, vicesegretario dell'Udc che con Alfano dovrebbe costruire i gruppi unici.

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