Roma - Parte oggi da Venezia il tour sul «diritto alla difesa» organizzato da Forza Italia per una consultazione con gli operatori del diritto. Prossime tappe, Bari e Reggio Calabria. «Da nord a sud, regione per regione, Tribunale per Tribunale, Corte per Corte, per discutere insieme ad avvocati, magistrati e cittadini», dice Enrico Costa, la proposta di legge presentata dal partito azzurro e ancora in attesa di essere calendarizzata alla Camera.
Il capogruppo di FI in Commissione Giustizia a Montecitorio spiega che «le delegazioni saranno composte da parlamentari che si occupano dei temi della giustizia». Si sperimenta un metodo di lavoro che sarà replicato per altri provvedimenti degli azzurri. Partendo con la giustizia, sulla quale Silvio Berlusconi ha riacceso i riflettori chiedendo una riforma che comprenda la non appellabilità delle sentenze di assoluzione, provvedimenti per il giusto processo, separazione tra giudici e pm, una nuova disciplina delle intercettazioni, della custodia preventiva, cioè galera senza un processo solo per reati violenti, introduzione dell'istituto della cauzione come in America e tempi dei processi entro la media europea (oggi ci vogliono 1120 giorni per una sentenza di primo grado, in Olanda 98 giorni, ricorda il leader).
La mobilitazione di Fi su questi temi inizia con la pdl sul «diritto alla difesa», prima firmataria la capogruppo alla Camera Maria Stella Gelmini. I parlamentari incontreranno i vertici degli uffici giudiziari e dell'Avvocatura in varie città.
«Abbiamo deciso di iniziare dalla corte di appello di Venezia - dicono Pierantonio Zanettin, Giusi Bartolozzi e Mirella Cristina, che oggi partecipano al primo incontro - perchè proprio in Veneto hanno avuto luogo alcuni fatti di cronaca che hanno colpito e diviso l'opinione pubblica. Facciamo riferimento alle rapine che hanno visto come vittime il benzinaio Graziano Stacchio di Ponte di Nanto (Vi) , il tabaccaio Franco Birolo di Civè di Correzzola (Pd) ed il commerciante Ermes Mattielli di Arsiero (Vi). Era doveroso quindi iniziare il percorso di confronto proprio da quel territorio, segnato da episodi così dolorosi».
Mentre Fi presentava a Montecitorio la sua iniziativa legislativa il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede diceva in Senato che il problema della legittima difesa è «una priorità» per il governo. Ma per gli azzurri c'è «una frizione nella maggioranza» giallo-verde che ritarda la calendarizzazione della pdl. Si tratta di uno dei cavalli di battaglia di Matteo Salvini, ma Di Maio e i suoi in che direzione vanno? Un po' piccato, il sottosegretario alla Giustizia Jacopo Morrone ricorda a Fi che sulla legittima difesa «la Lega è da sempre in prima linea, questo tema è una priorità del governo ed è già stato depositato in commissione Giustizia al Senato, un disegno di legge con la prima firma del sottosegretario della Lega Nicola Molteni».
Fi, però, ha già il suo piano per fare pressione. Dopo Venezia, per l'ascolto degli operatori del diritto ci si sposterà a Bari, dove sta organizzando Francesco Paolo Sisto, mentre di Reggio Calabria si sta occupando Jole Santelli.
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