E la Meloni porta Fdi sul palco di Trump

La leader alla convention dei conservatori a parlare di Europa e sovranismo

E la Meloni porta Fdi sul palco di Trump

Prima l'adesione a The Movement, il movimento transnazionale sovranista fondato da Steve Bannon (a settembre ospite di Atreju), poi a febbraio Fdi entra anche nell'Acre, Alleanza dei conservatori e dei riformisti in Europa. E ora la presidente di Fdi, Giorgia Meloni, completa l'internazionalizzazione in chiave sovranista intervenendo, a Washington, alla convention dei repubblicani, e parlando dallo stesso palco del presidente americano Donald Trump.

Fdi, spiega la Meloni, «è stata invitata per parlare di sovranità, di Europa, di democrazia, di lotta contro il pensiero unico». E la partecipazione alla Conservative political action conference, per la presidente, unica italiana presente alla convention, è «il segno di quanto stia crescendo il percorso di Fratelli d'Italia e quanto sia visto con interesse anche a livello internazionale». La leader di Fdi è salita sul palco nel primo pomeriggio, quando in Italia erano quasi le 21, e ha trasmesso il suo intervento in streaming sulla sua pagina Facebook, parlando della democrazia in Italia e in Venezuela e, quanto alla nazione sudamericana, non risparmiando un paio di stoccate al contingente M5s all'interno del governo gialloverde. Reo di non aver permesso all'esecutivo italiano di prendere una posizione netta contro Maduro e a sostegno di Guaidò. «Ma purtroppo - ha spiegato alla platea di conservatori a stelle e strisce la Meloni - tuttora il governo italiano, ostaggio di alcuni suoi membri ideologicamente di sinistra, si dichiara neutrale nella questione venezuelana: un atteggiamento grave e inaccettabile». Anche alla Ue, comunque, la Meloni ha riservato qualche colpo nel suo intervento. Denunciando la «deriva antidemocratica» che starebbe vivendo il Vecchio continente, una crisi che, parola della Meloni, è «crisi di democrazia e di sovranità popolare», stante il trasferimento del potere decisionale - e dunque, appunto, della sovranità - ai burocrati europei, privi di legittimazione democratica. Nella seconda parte del suo intervento, poi, la leader di Fdi se l'è presa con la «dittatura soft del politicamente corretto, del pensiero debole, del relativismo culturale»: «Tutto ciò che ci definisce è sotto attacco. Ci vogliono senza Patria, senza identità nazionale, in un mondo senza confini.

Non americani, italiani o giapponesi, ma soltanto miliardi di consumatori indistinti». Infine, vista la location, arriva un riferimento alla «difesa sempre legittima». Un concetto non scontato per l'Italia, «dove abbiano norme molto più restrittive delle vostre sul rilascio delle armi».

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