Il Pd costituisce la polizia fiscale: siamo tutti spiati

Passa alla Camera emendamento democrat che dà mano libera all'Agenzia delle Entrate

Il Pd costituisce la polizia fiscale: siamo tutti spiati

Lo Stato di polizia fiscale vagheggiato da Vincenzo Visco, ex ministro dell'Economia e spauracchio di tutti i contribuenti, sta per diventare realtà. Ieri la commissione Bilancio della Camera ha approvato un emendamento del piddino Marco Causi che consente all'Agenzia delle Entrate di utilizzare appieno le banche dati del fisco «per le analisi del rischio di evasione» senza concentrarsi sulle liste selezionate, ovvero solo sui contribuenti a maggior rischio, così come previsto dal decreto Salva Italia.

Le informazioni raccolte dall'Agenzia delle Entrate attraverso le banche dati, si legge nella proposta di modifica, verranno utilizzate per la definizione della giacenza media nei conti correnti bancari e postali ai fini della determinazione Isee (l'indice che consente di ottenere sgravi su prestazioni e servizi sociali, ndr ). La misura viene prevista sia come semplificazione degli adempimenti richiesti ai contribuenti sia come verifica dei dati dichiarati.

I discepoli di Visco, che costituiscono l'ossatura del gabinetto economico di Renzi, hanno raggiunto l'obiettivo tanto agognato sin dal 2006. A quell'epoca era stato, infatti, predisposto il super-sistema della Sogei che consentiva di incrociare i dati di tutte le agenzie pubbliche (Entrate, Territorio, Dogane, eccetera) relativi a un unico contribuente. Con Monti si completò l'intelaiatura dell'opera estendendo il controllo anche ai conti correnti bancari (entro il 31 marzo di ogni anno le banche inviano al Fisco la movimentazione dell'anno precedente), ma limitandone l'utilizzo ai potenziali evasori. «Contro l'evasione basta l'incrocio delle banche dati», disse Renzi. Detto fatto: eliminati gli scontrini fiscali e aggiustati gli studi di settore, ora arriva pure il giro di vite sulle banche dati. E Visco gongola.

Al danno per i cittadini si aggiunge pure la beffa. Anche i candidati o eletti alle cariche pubbliche, vale a dire i politici, potranno detrarre i finanziamenti ai partiti, considerati «erogazioni liberali». Si tratta di un beneficio tutto a favore della casta. La nuova legge sul finanziamento conferma le maxidetrazioni del 26% per il cittadino che finanzia un partito. Il discorso è diverso per i politici: che, eletti o candidati, ricevono spesso richieste di contributi obbligatori dalla casa madre (in virtù del taglio del contributo pubblico). Onorevoli e consiglieri si sono fatti lo sconto per fare bella figura e pagare un po' meno tasse. A spese nostre.

Intanto, il governo ha deciso di porre la questione di fiducia sul ddl Stabilità in modo da chiudere la partita a Montecitorio per domenica. Si supererà quota 30 con il Jobs Act e la Stabilità al Senato. Alla faccia della democrazia parlamentare.

Tra gli emendamenti approvati ieri anche il taglio alle pensioni d'oro dal 2015. Grand commis, medici, baroni universitari - ultra65enni e ancora in servizio - riceveranno trattamenti calcolati con le regole in vigore prima dell'introduzione della riforma Fornero. Tra le altre modifiche approvate anche il dimezzamento dei tagli ai patronati (da 150 a 75 milioni), mille euro di buoni acquisto per le mamme con almeno 4 figli (e Isee di 8.

500 euro) e 100 milioni per gli asili. Le notifiche di atti giudiziari sotto i 1.033 euro diventano a pagamento. Di chi è la colpa? Di un'inchiesta di Report sugli sprechi . Ma le spese di giustizia non erano già comprese nella fiscalità generale?

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica