Dopo aver scippato al Premio Nobel per la Pace Barack Obama l'iniziativa bellica in Siria, Vladimir Putin si prepara a sottrargli anche quella negoziale. Da ieri sera un piano di pace messo a punto del Cremlino e consegnato dal ministro degli esteri di Mosca Sergei Lavrov è al centro dei lavori dei rappresentanti dei 20 paesi riuniti a Monaco per trovare una soluzione negoziale al conflitto siriano.
Il piano, basato su un cessate il fuoco destinato a scattare il primo di marzo non piace né agli americani, né agli altri sostenitori dei ribelli convinti che l'offensiva governativa e i bombardamenti di Mosca possano mettere con le spalle al muro i loro protetti ben prima di quella data. Proprio per questo il segretario di Stato americano John Kerry, incontratosi con Lavrov prima dell'inizio dei lavori, subordina l'accettazione del piano ad un'immediata cessazione delle ostilità. Ma la posizione di Kerry è quella di un'amministrazione Obama senza più molte opzioni.
Le uniche fazioni ancora in grado di resistere all'avanzata governativa e ai bombardamenti russi sono infatti quelle qaidiste di Jabat Al Nusra.
Inoltre far cessare anzitempo l'offensiva russa e governativa significherebbe anche rallentare le operazioni dei gruppi curdi che stanno infliggendo duri colpi allo Stato Islamico nelle zone nord orientali. E così rinunciando al piano di pace russo Obama si ritroverebbe nell'imbarazzante posizione di aver garantito la sopravvivenza dei peggiori nemici dell'Occidente, ovvero di Al Qaida e del Califfato.GMic- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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