Ecco le carte dei blogger spioni "Se ci beccano, mi immolo io..."

Le intercettazioni inguaiano Lucarelli, Soncini e Neri. L'imbeccata sull'alibi da dare ai pm e l'idea di passare dal gossip al Palazzo. Violate anche le mail di Virzì ed Emanuele Filiberto

Ecco le carte dei blogger spioni "Se ci beccano, mi immolo io..."

Milano«Mi faccio paura da solo, delle volte», scrive il blogger Gianluca Neri a Selvaggia Lucarelli. E la Lucarelli, all'epoca anche lei blogger e opinionista rampante, oggi giornalista del Fatto Quotidiano , gli lancia la proposta: non più solo gossip, iniziamo anche a frugare nei segreti del Palazzo: «Parliamone, io ho un sacco di roba interessante, anche politica». E l'inchiesta, per alcuni aspetti clamorosa, della Procura di Milano sul giornalismo a base di pirateria informatica della coppia Neri-Lucarelli, spesso esteso a Guia Soncini, anche lei bella penna delle cronache di costume, racconta come in effetti a venire spiati non fossero più solo protagonisti dello star system italiano e straniero (tra gli italiani i registi Paolo Virzì e Daniele Luchetti, lo showman Rosario Fiorello, la presentatrice Paola Perego e altri). Tra gli spiati c'è Emanuele Filiberto di Savoia. E c'è soprattutto Paolo Guzzanti, editorialista del Giornale , ed ex parlamentare del Pdl.

È una voracità quasi patologica di infilarsi nei fatti altrui, quella che emerge dal fascicolo di inchiesta del pm Grazia Colacicco, alla base del processo che si aprirà il 19 giugno a carico dei tre imputati. A volte è difficile cogliere persino il movente che anima i tre protagonisti. La Soncini, firma di Repubblica , dei tre, è quella che appare più mossa dalla curiosità giornalistica, dalla caccia di segreti da trasferire nel suo blog. Mentre Neri e la Lucarelli, da un certo momento in avanti, puntano diritti ai soldi. Come quando, dopo essere riusciti a entrare nella posta della showgirl Federica Fontana, si impadroniscono delle foto della festa di compleanno di Elisabetta Canalis («Mi hanno spiata per mesi», si sfoga su Oggi ), il 12 settembre 2010, nella villa sul lago di Como di George Clooney, e cercano di venderle al direttore di Chi , Alfonso Signorini, tramite il suo vice Gabriele Parpiglia. Ieri, quando la notizia dell'inchiesta arriva sui giornali, la Lucarelli si difende sostenendo che le foto le sono arrivate da una mail sconosciuta. Ma a smentirla è un sms in cui a dettarle l'alibi è proprio Neri: «Tu comunque hai la cosa che l'hai ricevuta da una mail anonima, sai quante volte succede. Se succede casino mi immolo io». E appena la Lucarelli esce dall'interrogatorio, le arriva il messaggino dell'amico blogger: «Sei ancora a piede libero?». E lei: «Mi hanno tenuto un'ora, sono convinti che nasconda la fonte. Il casino l'ha fatto Signorini che ha avvertito la Canalis».

E che Neri sia al centro della trattativa ci sono pochi dubbi. L'offerta a Signorini arriva da un indirizzo di posta elettronica giorgio.clone61@gmail.com , aperto pochi giorni prima dall'estero e chiuso una settimana dopo da un anonimyzer tedesco: ma tutti i dodici accessi all'account avvengono dal telefono di Neri, e la password «autogrill» è la stessa utilizzata da Neri, dalla Lucarelli (di cui per la polizia giudiziaria è di «palmare evidenza la consapevolezza della condotta criminis») e dalla Soncini per aprire in modo compulsivo (seimila accessi) la cartella che custodisce i segreti succhiati da indirizzi di posta elettronica di decine e decine di vip. In questo modo il terzetto non solo era in condizioni di aprire in diretta le mail, ma anche (e chissà cosa se ne facevano) di conoscere i dati delle carte di credito.

A volte agivano solo per regolare i conti: «Monitoriamo la Venier, ha chiesto la mia testa a Signorini», scrive la Lucarelli a Neri. E quando Neri risponde «Habemus Mara» Selvaggia esulta, « Vojo tutti i suoi scheletri». E intercettano una mail in cui la Venier va giù piatta con collega, «mi tocca andare a fare la giurata in quella cagata del programma di Facchinetti». La Soncini è parte attiva nel dare la caccia ai grimaldelli, ovvero la risposta alle domande cui i vip si affidano quando dimenticano la password. Quando si scopre che per entrare sulla casella di Clooney, batmansenior , basta rispondere alla domanda «My Worst Habit», la mia peggiore abitudine, la Soncini ipotizza: «La Canalis», oppure, più crudamente «prenderlo in c...». «Quello che ci separa da tutto il mondo è sapere come si chiama il coniglio della Canalis», si scrivono tra loro.

Dall'indirizzo giorgioclone61 , Neri invia offerte di materiale con pignoleria da piazzista.

«Le foto di Clooney sono un piccola parte (anche se la più eclatante, ma non è detto) di informazioni su celebrities americane e italiane che ho a disposizione». Esempio: «Ho quattro scatti di Scarlett Johansson nuda (topless parziale, sedere)». E pensare che Neri nel suo ambiente si presentava come «security evangelist».

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