Il suo nome è l'ulrima tentativo di mediazione tra M5S e Lega. Giovanni Tria, presidente della Scuola nazionale dell'amministrazione e professore ordinario di economia politica all'università di Tor Vergata, potrebbe essere il prossimo ministro dell'Economia in un governo nato dall'accordo Lega-M5S. Ma chi è il professore che dovrebbe sostituire Paolo Savona, ora indirizzato alla casella delle Politiche comunitarie?
Nato a Roma 70 anni fa (da compiere il 28 settembre) si è laureato nel 1971 in Giurisprudenza alla Sapienza, parla inglese e francese. La sua figura, a leggere le ultime dichiarazioni rilasciate, sembra essere vicina alle posizioni della Lega e un po' più distante da quelle del M5S. Anche se, in generale, criticava il contratto Lega-M5S proprio per la sua vaghezza in termini di coperture. "In genere - scriveva Tria su Formiche.net - la realtà delle cifre ridimensiona spesso la visione e fino ad oggi non è emerso un accordo chiaro su quali siano i paletti di bilancio che si vorranno rispettare. Se le compatibilità di bilancio del programma dipenderanno da un improbabile mutamento delle regole europee (abbiamo già avuto un governo che è partito con il proposito di battere i pugni sul tavolo a Bruxelles) o se queste regole saranno forzate".
Almeno per quanto riguarda le due misure chiave contenute all'interno del contratto di governo (che forse gli toccherà applicare), il suo profilo sembra affine ai leghisti. Negli scorsi giorni, infatti, dalle colonne di Fomiche.net, sito con cui collabora, Giovanni Tria aveva commentato le misure contenute nell'accordo. Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, diceva che "non sappiamo ancora cosa sarà questo reddito di cittadinanza e, quindi, le risorse richieste e l'ampiezza del pubblico dei beneficiari. Esso sembra oscillare tra una indennità di disoccupazione un poco rafforzata, (e tale da avvicinarla a sistemi già presenti in altri paesi europei, come ad esempio in Francia, certamente più generosa dell'Italia con chi perde il lavoro) e magari estesa a chi è in cerca di primo impiego, e un provvedimento, improbabile, tale da configurare una società in cui una parte della popolazione produce e l'altra consuma".
Positiva, invece, la posizione sulla flat tax, bandiera del programma della Lega. "Più interessante è l'obiettivo della flat tax - spiegava l'economista -, che coincide con l'obiettivo di riduzione della pressione fiscale come condizione di una politica di crescita, soprattutto se si vede questo obiettivo non tanto come un modo per aumentare il reddito spendibile di famiglie e imprese, e quindi sostenere la domanda interna, ma come un modo per aumentare il rendimento dei fattori produttivi, lavoro e capitale, e quindi anche degli investimenti". Se sarà confermato il suo nome, dunque, sarà proprio Tria a dover trovare le risorse (leggi qui per scoprire quante) per implementare il libro dei sogni giallo-verde. "Naturalmente - faceva notare Tria sulla flat tax - conterà anche in questo caso la sua declinazione specifica per valutarne la sostenibilità - avvertiva Tria - . Si parla di partire con una doppia aliquota. La questione è tecnicamente complessa ma ciò che conta è avviare il processo di semplificazione del sistema e la sua sostenibilità dipende non tanto dall'aliquota unica o le due aliquote, ma dal livello delle aliquote". Tanto che si è dichiarato favorevole a far scattare le clausole di salvaguardia per finanziare la flat tax. Tradotto: aumento dell'Iva per abbassare le tasse. "Come ho sostenuto da oltre un decennio - scriveva - e non da solo, ritengo che in Italia si debba riequilibrare il peso relativo delle imposte dirette e di quelle indirette spostando gettito dalle prime alle seconde".
Anche sulla posizione in Europa il profilo di Giovanni Tria sembra allineato all'idea leghista. Alcuni giorni fa, infatti, sempre su Formiche.
net, il professore aveva vergato un articolo dal titolo "Vi spiego la competizione truccata in Europa che favorisce la Germania" in cui lodava le visioni economiche di Paolo Savona e criticava la costruzione dell'Ue troppo favorevole al Berlino. Anche sulla questione dell'euro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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