Grazie a Franceschini Apple aumenta i prezzi

Ecco i primi effetti del decreto sull'equo compenso: in Italia i dispositivi Apple costeranno di più. E il ministro se ne lamenta pure

Grazie a Franceschini Apple aumenta i prezzi

Guai a parlar di tassa: il cosiddetto equo compenso (che destina alla Siae una parte del costo di un qualsiasi prodotto che contenga una memoria digitale) è una tariffa quasi "sacra" per Dario Franceschini, che un mese fa ha aggiornato - al rialzo - le tabelle. Non graverà sui consumatori, aveva assicurato, sostenendo che in Italia tablet e smartphone vengono venduti a prezzo fisso.

È vero: in genere da noi il prezzo viene imposto dal produttore, ma è proprio su quest'ultimo che va a pesare la tassa. Solo un ingenuo poteva pensare che nessuna delle aziende che costruiscono smartphone e tablet - soprattutto quelle che incarnano uno status symbol - avrebbe aumentato i prezzi. Così è stato: ieri sera Apple Italia ha annunciato di aver aumentato i prezzi di iPhone, iPad e Mac e di tutti gli altri dispositivi per adeguarli alle nuove tariffe per il copyright previste dal decreto. Da ieri, insomma, pagheremo circa 4 euro in più (esattamente la tariffa dell'equo compenso) per ogni dispositivo.

E il primo a lamentarsene è proprio il ministro Franceschini.

A indignarsi sono persino i sindacati Siae, che parlano di "provocatoria iniziativa" e "pura mistificazione della realtà mirata a confondere i consumatori e a mantenere inalterati i propri ingenti profitti, spesso realizzati attraverso l’utilizzo di manodopera a basso costo".

"Era prevedibile a fronte di un'imposizione del tutto ingiustificata", ha fatto però notare Elio Catania di Confindustria Digitale.

"Non ci voleva un genio per capire come sarebbe andata a finire, ma bastava un briciolo di onestà intellettuale", gli fa eco Daniele Capezzone, "Forse altri produttori decideranno di assorbire l’aumento, nascondendolo dietro altri rincari, ma dal ministro e dalla Siae dobbiamo esigere di riconoscere almeno la realtà: hanno aumentato quella che funziona come una vera e propria tassa (per una copia privata che verrà effettuata, è bene ricordarlo, appena sul 5-10% dei dispositivi acquistati) e che come tutte le altre in un modo o nell’altro si scarica sui consumatori, deprimendo l’economia. Altro che ripresa!".

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