Con chi parla Giuseppe Graviano? Chi è il destinatario vero di quei messaggi criptati che, in barba al 41 bis, «Madre natura» (uno dei suoi soprannomi), l'ex capo del mandamento mafioso di Brancaccio, lancia quasi fosse una diretta streaming, complice il deposito del faldone agli atti del processo sulla trattativa Stato-mafia?
La domanda non è peregrina. E di certo il destinatario non è quel Silvio Berlusconi che Graviano cita usandolo a mo' di specchietto per le allodole. Il Cav cattura i titoli dei giornali, quindi per assicurarsi visibilità va benone. Ma non è l'interlocutore, non ha ruoli di governo. Tutt'al più è due volte vittima: perché infangato e anche minacciato, visto che il boss gli dà del «traditore»; e perché sotto tiro è finito lui, ma i colloqui spiati sono troppo recenti, tra febbraio del 2016 e lo scorso aprile. Ergo, se richieste Graviano ha voluto lanciare mestando su stragi del 1993 e 41 bis revocato ai mafiosi in quell'anno, non è a lui che si rivolge. A proposito di 41 bis. Quello di Graviano fa acqua da tutte le parti, evidentemente. Nella sua cella, nascosto in una intercapedine, c'era un coltello. «Non è mio», si è difeso lui che ha fatto ricorso. Il processo è fissato per domani. E lui intanto è stato trasferito da Ascoli Piceno.
Con chi parla Graviano? Chi è il misterioso interlocutore cui lancia segnali? Via, non scherziamo. Un boss del suo calibro non viene registrato per 14 mesi a sua insaputa (a volte anche filmato) mentre parla con lo stesso detenuto, Umberto Adinolfi, durante l'ora d'aria. È improbabile che sia accaduto nel 2013 con Totò Riina. Ed è praticamente impossibile che sia avvenuto adesso con Graviano. Lo dice la logica. E lo dicono anche le intercettazioni, in cui si intrecciano parole ben comprensibili (tipo «Berlusconi»)e incisi indecifrabili.
Con chi parla Graviano? E cosa vuole? La risposta alla seconda domanda ha varie opzioni. Graviano ha fuori la moglie, «una santa, una santa» dice nelle intercettazioni. Ha il figlio, Michele, concepito in barba al 41 bis perché, dice lui ora, dormiva in cella con la moglie. E ha anche una sorella, Nunzia («a picciridda», la bambina, ndr), finita in carcere per mafia, che nelle intercettazioni Graviano giura sia innocente. E poi lui stesso non sta bene, in alcuni passaggi delle intercettazioni fa riferimento anche alla necessità di una visita psichiatrica.
Con chi parla Graviano? Qui il problema è più complesso. E si intreccia con le manovre che ruotano attorno al processo trattativa Stato-mafia. A gennaio Riina aveva fatto sapere di essere disposto a rispondere alle domande dei pm. Poi ha fatto dietrofront. «Un equivoco», ha detto. O una retromarcia mirata. Con Graviano il copione si è ripetuto alla rovescia. Sinora il boss, ora indagato per la trattativa Stato-mafia, non ha voluto parlare: «Al processo trattativa - dice nelle intercettazioni - non rispondo, perché ci sono i politici e mi avvalgo della facoltà di non rispondere». Ma ai pm che sono andati a tentare di interrogarlo lo scorso 28 marzo, pur avvalendosi della facoltà di non rispondere, ha dato una risposta sibillina: «Ora sono stanco ma quando sarò in condizione sarò io stesso a cercarvi per chiarirvi alcune cose».
Quali? Forse quelle che non riguardano Berlusconi ma il governo di centrosinistra guidato da Carlo Azeglio Ciampi in carica nel luglio del '93? «Quella notte - parla ancora Graviano - si sono spaventati, un colpo di Stato, il colpo di Stato e Ciampi è andato subito a Palazzo Chigi assieme ai suoi vertici, fanno il colpo di Stato. Loro, loro hanno voluto...n emmeno la resistenza, non volevano nemmeno resistere. Avevano deciso già... In quel periodo il 41 bis è stato modificato e 300 di loro...».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.