Ecco il piano di Bersani per trovare un "giovane Prodi"

Un premier e un leader del partito: le trame dell'ex segretario per riformare il Partito democratico e rifondare la sinistra in Italia

Ecco il piano di Bersani per trovare un "giovane Prodi"

Il Partito democratico ha bisogno di un "giovane Prodi". Ne è convinto Pier Luigi Bersani, come ha lasciato intendere qualche giorno fa.

Una frase che ha creato un po' di sconcerto anche nella minoranza dem, dal momento che sembrava voler scaricare di fatto Roberto Speranza, candidato principale anche di Bersani per la segreteria del partito. Quello che però cerca l'ex segretario è un nuovo candidato premier: un modo per superare il "metodo Renzi" e separare le cariche anche all'interno dello stesso Pd.

Per la corsa a Palazzo Chigi, Bersani ha già in mente alcuni nomi, in alcuni casi tra personalità esterne ai democratici. Dovrà essere il congresso del Pd, piuttosto, a fare una scelta di campo. Un campo che non debba comprendere solo il perimetro del partito ma che sia più largo, in modo da avere un nome che tenga unito tutto il fronte del centrosinistra, che superi le attuali divisioni esistenti. Un progetto soprattutto "civico" che si apra al mondo dell'associazionismo.

L'argomento della candidatura del Pd alla premiership sarà ragione di dibattito più avanti: ora all'ordine del giorno c'è la nuova segreteria e l'operato del governo Gentiloni che secondo Bersani ha tutte le carte per andare avanti fino al 2018. Cambiando l'agenda, affrontando il tema del lavoro, delle modifiche ai voucher, della sanità, dell'intervento dello Stato per soccorrere i lavoratori e i cittadini in sofferenza. La ricetta dell'ex segretario del Pd è sempre la stessa: chi ha di più deve dare di più. Ricetta che a suo dire potrebbe essere ripresa nel momento in cui l'esecutivo dovesse essere costretto a fare una manovra correttiva: l'unico margine che l'Italia deve chiedere all'Europa è quello sugli investimenti, per il resto dovrà fare i compiti in casa. Sul fronte interno Bersani plaude al piano migranti di Minniti, ritiene che non sia facile che ogni regione possa avere dei Cie, ma proprio per questo motivo - sostiene - occorre sostenere il programma del titolare del Viminale.

Ma con gli esponenti del Pd a lui vicini l'ex segretario del Pd si sofferma soprattutto sullo stato del partito. Chiede umiltà, invoca un coinvolgimento più ampio, affinchè si abbandoni la strategia dell'autosufficienza. E blocca suol nascere il dialogo Pd-FI sulla legge elettorale: fare qualcosa contro i Cinque stelle non potrebbe che rafforzarli, sarebbe un autogol. E per il futuro "primarie aperte" per l'individuazione di una figura da lanciare per palazzo Chigi che tenga insieme le varie anime del centrosinistra.

Ecco il motivo della ricerca di "un giovane Prodi". Anche se, sottolinea Bersani con i suoi, sarebbe stato meglio dire "un nuovo Prodi" che, questa la sua convinzione, già c'è e non è detto che provenga dal mondo della politica.

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