"Ecco tutta la verità sul Corano". Allam spiega le radici della jihad

Il giornalista presenta l'edizione commentata del testo sacro che sarà allegata al Giornale. Lunedì l'incontro a Milano

"Ecco tutta la verità sul Corano". Allam spiega le radici della jihad

«Per comprendere le radici dell'attuale conflitto religioso e ragionare sulla crisi che attanaglia il mondo arabo dobbiamo ripartire da un'attenta e oggettiva lettura del Corano». Parole di Magdi Cristiano Allam, scrittore e intellettuale controcorrente, che lunedì sera al Teatro Manzoni annuncerà l'imminente pubblicazione dell'edizione italiana del testo sacro islamico corredata da una sua ampia presentazione e una guida alla lettura dei versetti. Il libro, che integra la traduzione dell'islamista Cherubino Mario Guzzetti, sarà in uscita con Il Giornale e lunedì sera (ore 21) sarà il tema di un dibattito sul palco tra Allam e il direttore del quotidiano Alessandro Sallusti, nell'ambito della rassegna Manzoni Cultura a cura di Edoardo Sylos Labini.

Qual è il significato di questa iniziativa, signor Allam?

«Non si tratta ovviamente di un lavoro ideologico, ma la mia intenzione è di offrire al pubblico una visione chiara e scientifica del Corano. Nella mia presentazione, una cinquantina di pagine in tutto, ho inteso concentrare il succo del messaggio islamico, evidenziando le tematiche che in questo momento più ci preoccupano: il concetto di guerra santa, il rapporto con ebrei e cristiani, la sottomissione della donna e il tema dei diritti fondamentali, in primis la sacralità della vita».

Il mondo islamico moderato si è però sempre dissociato dalla cultura della violenza affermando che il Corano non la predica.

«La lettura del Corano è ardua perché il testo è stato rivelato da Allah a Maometto in arabo antico, un po' come se un italiano leggesse i Vangeli in latino. L'80 per cento dei musulmani non conosce la lingua e il margine di manipolazione è ampio perché il contenuto del testo viene diffuso con diverso tenore a seconda della posizione degli intermediari, gli ulema, gli imam. Detto questo, esistono fondamenti ideologici abbastanza incontrovertibili».

Quali ad esempio?

«Quando l'Isis trucidò il pilota giordano, gli assassini citarono il versetto 33 della Stura 5a che recita: “la ricompensa di coloro che fanno la guerra ad Allah e al Suo Messaggero e che seminano la corruzione sulla terra è che siano uccisi o crocifissi”. L'imam di Al Azhar, nel condannare gli autori del brutale atto, disse che sarebbero stati loro a meritare tale sorte, facendo riferimento al medesimo versetto».

Lunedì con Sallusti e Sylos Labini parlerete di questi temi e interverrà anche il pubblico. Come si esce dalla spirale dell'intolleranza religiosa e dalla spirale del terrore?

«Bisogna sostenere con forza gli Stati arabi moderati che fanno la guerra al terrorismo, che guardacaso sono quelli che non hanno

eletto il Corano a legge costitutiva dello Stato. In Arabia Saudita le pubbliche decapitazioni sono un fatto ufficiale. Bisogna tentare di riesumare un ordine nei territori più caldi senza illudersi di imporre la democrazia».

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