Edilizia, la ricetta del Cavaliere: "Basta attese per costruire"

Berlusconi illustra la semplificazione del settore per il rilancio. L'altolà di Salvini: no a ipotesi di condono

Edilizia, la ricetta del Cavaliere: "Basta attese per costruire"

Semplificazione amministrativa, sanatoria, condono. Si gioca tutta sulle parole l'ultima polemica sull'edilizia per la dichiarazione a Radio24 di Silvio Berlusconi, che gli attira oltre agli attacchi degli avversari, da Matteo Renzi a Pietro Grasso al M5s, anche le critiche dell'alleato leghista Matteo Salvini, sempre più assetato di notorietà.

Il leader di Forza Italia non dimentica la sua anima di costruttore e parla della necessità di «cambiare le regole» contro le lentezze burocratiche, per far fronte al blocco dell'edilizia, legato alle «imposte del governo Monti, che hanno fatto perdere 550mila posti di lavoro». Poi spiega: «Chi deve costruire una casa o aprire un ristorante o un'attività commerciale non dovrà più aspettare anni per le autorizzazioni, i permessi e le licenze. Dovrà dichiarare l'inizio dell'attività, assumendosi la responsabilità di rispettare le leggi urbanistiche e i regolamenti sanitari. Solo ex post il controllo, nel caso di irregolarità, assegnerà un periodo di tempo per sanarle». Il Cavaliere, anche in relazione alla flat tax, si riferisce alla «possibilità di una sanatoria edilizia per i casi di abusivismo di necessità, solo se si restringe con il massimo rigore il concetto di necessità». Gli chiedono se intende un condono e lui: «Lo chiami come vuole, ma serve per raggiungere anche quella pace sociale che oggi non c'è tra cittadini e fisco».

La semplificazione in campo edilizio è una vecchia battaglia del leader azzurro e dei suoi governi, di cui si occupò tra il 2009 e il 2011 l'allora ministro dell'Economia Giulio Tremonti, con il Piano Casa e il «silenzio-assenso» per la Scia e già nel 2013 il Cav parlò di condono tombale sia fiscale che edilizio. Nel programma del centrodestra, però, non ci sono riferimenti precisi e Salvini insorge: «Rilanciare l'edilizia è fondamentale, togliendo burocrazia e tagliando tasse folli come l'Imu su capannoni e negozi sfitti. Bisogna anche bloccare le aste giudiziarie al ribasso, che falsano il mercato. Ma dico no, dico fortemente no, a ogni ipotesi di condono per abusi edilizi: il nostro territorio è già troppo cementificato, occorre abbattere tutte le costruzioni abusive, a partire dalle zone più a rischio». Le elezioni sono sempre più vicine, la vittoria dell'alleanza sembra a portata di mano, ma c'è in ballo la questione della leadership che, secondo gli accordi, andrà al partito che prende più voti. E così si spiega il controcanto quotidiano del leader del Carroccio alle dichiarazioni di Berlusconi.

L'ufficio stampa di Fi, a questo punto, deve precisare che il leader azzurro «non ha parlato di un condono, ma di una semplificazione amministrativa per quanto riguarda l'inizio dei lavori edilizi, fermo restando ovviamente la totale e assoluta compatibilità e rispetto delle regole urbanistiche, ambientali e paesaggistiche». L'ultimo battibecco con Salvini fa il paio con quello con la Meloni sulla manifestazione anti-inciucio di Fdi del 18 febbraio, che il Cav definisce «dannosa». Lui guarda al 4 marzo: «Il Pd è al 21-22%, il M5S al 27%: quindi non sono in grado di raggiungere il 40% per una maggioranza.

Il centrodestra è al 39-40% ed è l'unico che può aspirare di arrivare al 40, speriamo al 45%». E su una cosa Berlusconi, Salvini e anche Renzi sono d'accordo: se invece nessuno avrà i numeri per governare, niente larghe intese, si tornerà al voto.

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