I dati delle elezioni regionali in Emilia Romagna e Calabria parlano chiaro: ha stravinto l'astensione. A votare, infatti, sono stati il 40% degli aventi diritto dei quasi 5 milioni e mezzo di persone chiamate alle urne. In Emilia Romagna appena il 37,67% (alle ultime Europee 69,98%). È andata meglio in Calabria: 44,07%.
Il centrosinistra vince in entrambe le regioni. In Emilia Romagna Stefano Bonaccini raccoglie il 49,04% dei voti, mentre il candidato del centrodestra, Alan Fabbri, si ferma al 29,85%. Al terzo posto, ma con un forte distacco, la grillina Giulia Gibertoni, con il 13,30% dei voti; Maria Cristina Quintavalla (L'Altra Emilia Romagna) al 4%. Percentuali a prefisso telefonico per gli altri due sfidanti: Alessandro Rondoni (Udc-Ncd) al 2,66%, Maurizio Mazzanti all'1,12%.
In Calabria (1819 sezioni su 2409) Mario Oliverio ha il 61,49% dei voti. Per il centrodestra Wanda Ferro (FI) prende il 23,59%, mentre Nico D'Ascola (Ncd - FdI) si attesta all'8,67%. Il grillino Cono Cantelmi al 4,82% e Domenico Gattuso (L'Altra Calabria) all'1,37%.
Canta vittoria Matteo Renzi, che ignora il dilagare del non voto - soprattutto nella Regione "più rossa" d'Italia - e gongola: "Male l'affluenza, bene il risultato", scrive su Twitter, "Due a zero netto con quattro regioni su quattro strappate alla destra in nove mesi. La Lega asfalta Forza Italia e Grillo. Pd sopra il 40 per cento". Ma il 40% del 40% non è certo rappresentativo del Paese. Dopo qualche ora Renzi minimizza: "Il fatto che non ci sia stata una grande affluenza è un elemento che deve preoccupare e far riflettere ma che è secondario perché checché se ne dica non tutti hanno perso". Il premier lo ha detto al termine dell'incontro con il cancelliere della Repubblica d'Austria
Werner Faymann, a Vienna.
Ecco tutti gli sfidanti
In Emilia Romagna i candidati alla presidenza eranoStefano Bonaccini (Pd), sostenuto da una coalizione di centrosinistra (compresa Sel); Alan Fabbri (Lega), appoggiato da Forza Italia, Fratelli d'Italia e Lega Nord; Giulia Gibertoni (Movimento 5 Stelle); Maurizio Mazzanti, sostenuto dalla lista civica "Liberi Cittadini"; Cristina Quintavalla corre per la lista "L’Altra Emilia-Romagna"; Alessandro Rondoni è il candidato di Ncd, Udc ed Emilia Romagna Popolare.
In Calabria in lizza per la poltrona di presidente sono: Wanda Ferro, sostenuta da Forza Italia e Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale; Mario Oliverio, per il centrosinistra; Cono Cantelmi, sostenuto dal Movimento 5 Stelle; Nico D’Ascola per Nuovo centrodestra e Udc; Domenico Gattuso, de "L’Altra Calabria", con un logo che richiama "L’altra Europa di Tsipras" delle ultime elezioni europee.
Cosa c'è in gioco
Il Pd, convinto di portare a casa il risultato in entrambe le regioni, per evitare sorprese mette le mani avanti: "Le elezioni regionali non sono un referendum sul governo - ha detto il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi -. Ovviamente io credo che finirà con una vittoria del Pd, in entrambi i casi. Ma staremo a vedere. Vedremo stasera". Insomma, sembra sottolineare la Boschi, Renzi non è candidato, e nemmeno il suo governo. Anche se appena saputi i risultati Renzi esulta.
Il "non voto" era molto temuto dai democratici, specie in Emilia Romagna, storica roccaforte rossa. La campagna elettorale è stata molto fiacca, gli unici due momenti in cui si è destato l'interesse (o la morbosa curiosità) dei cittadini sono stati questi: lo scandalo per lo scontrino del sex toy comparso nei rimborsi di una consigliera Pd, e l'aggressione a Salvini, avvenuta fuori dal campo rom di Bologna. Il segretario della Lega spera di fare il pieno di voti, per cercare di lanciare un'Opa nel centrodestra (almeno ci spera).
Il Movimento 5 Stelle, invece, teme di veder franare larga parte dei propri consensi e Grillo, poco prima del voto, ha tenuto un profilo bassissimo. In Calabria il candidato della sinistra, Oliverio, ha imbarcato ben otto liste e subito dopo le elezioni potrebbe aprire agli alfaniani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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