Elogio di Calderoli, un matto lucido

Tra prodezze e porcate, per me è stato uno dei migliori ministri della Repubblica

Elogio di Calderoli, un matto lucido

Inorridite pure, cari lettori. Per me Roberto Calderoli è stato uno dei migliori ministri della Repubblica ed è tuttora un politico con i fiocchi. Questa ammissione mi autorizza, spero, a muovergli una critica: abusa di un linguaggio scatologico e ciò lo fa passare per un buzzurro, quando, invece, è un raffinato intenditore di questioni istituzionali. In altre parole: è uno che studia e non parla a vanvera, anche se parla male, oltretutto con un accento orobico che fa venire i brividi persino a un suo concittadino, quale io sono.

In questi giorni egli è sulla cresta dell'onda, tanto che ieri è stato intervistato dalla Repubblica e ha affrontato un paio di problemi importanti, dei quali si è occupato.

Il senatore si definisce cattolico come quasi tutti i bergamaschi. Però, essendo leghista della prima ora, tira le orecchie a Papa Francesco, dicendo in sintesi: «Gli immigrati che arrivano a vagonate in Italia se li tenga lui». Un discorso chiaro, talmente chiaro da non richiedere spiegazioni. Poi discetta della riforma del Senato con altrettanta franchezza, nonostante lui stesso abbia fornito una decisiva collaborazione alla stesura della medesima: è una merdina, precisa. Cioè un Merdellum.

Scusa, Roberto, permetti qualche osservazione. Anni fa hai steso la legge elettorale su incarico del centrodestra e, dopo aver fatto il diavolo a quattro perché fosse votata, l'hai definita una porcata, cosicché essa è stata denominata, a furor di popolo politico, il Porcellum. Adesso hai messo mano al superamento del Senato, secondo i desiderata di Matteo Renzi, e una volta varata la legge le appioppi un nomignolo che non è esattamente un vezzeggiativo: merdina. Senti anche la necessità di motivare: all'inizio era una bella merda, poi l'abbiamo modificata ed è appunto diventata una merdina.

Dobbiamo essere soddisfatti del tuo lavoro, senatore? Certo che sì. In effetti non hai torto. Ai tempi della legge elettorale, facesti un buon lavoro. Ma, proprio perché era buono, i tuoi colleghi di schieramento pretesero che fosse cambiato. O meglio, peggiorato. Peggioralo qui, peggioralo là, è uscito fuori il citato Porcellum. Che oggi fa ribrezzo a tutti, ma se non fosse stato per la Corte costituzionale, che lo ha bocciato dieci anni appresso, sarebbe ancora in vigore. Riconosciamo, caro Calderoli, che non è colpa tua se la norma, originariamente accettabile e dignitosa, è degenerata in porcata.

La storia si è ripetuta di recente. A forza di aggiustamenti, il restauro di Palazzo Madama si è rivelato una cacca. Insisto, non è responsabilità tua nemmeno in questa circostanza. Chi se la prende con te sbaglia. Però sbagli anche tu a infilarti sempre in situazioni tanto delicate. Un paio di lustri orsono ti presentasti in pubblico con una maglietta recante la riproduzione di vignette anti islamiche disegnate da un nordico scomunicato non solo dai seguaci di Allah, ma posto all'indice addirittura dai suoi connazionali. Fosti travolto dalle polemiche. Te ne dissero di ogni colore, invocarono le tue dimissioni dal governo come se avessi fatto la pipì nella Cappella Sistina.

Trascorre un po' di tempo, ed eccoti di nuovo nell'occhio del ciclone. Enrico Letta, col beneplacito di Giorgio Napolitano, coopta nel governo Cécile Kyenge, africana di colore, in veste di ministro dell'Integrazione. E tu in un eccesso di «carineria» hai l'ardire di paragonarla a un orango. Non si incavola solamente lei, ma mezzo mondo. Non bastano le tue scuse a chiudere l'incidente, le cui conseguenze si trascinano tuttora.

Transeat. Va da sé che sarebbe opportuno ti mordessi la lingua almeno in pubblico. Invece, per interposti quadrupedi, ti impegni anche per mordere me, che pure ti stimo. Un giorno ti chiedo di rispondere ad alcune domande perché devo scrivere un articolo; tu mi inviti gentilmente a casa, e io arrivo nel parco della tua villa a Madonna del Bosco (Bergamo), dove sono ricevuto da due lupi. Non cani lupo, proprio lupi. Terrorizzato, non oso scendere dall'automobile e tu, vedendomi con gli occhi sbarrati e tremante, scoppi a ridere e mi solleciti a «non fare il cretino ché tanto le due bestione sono affettuose».

Col cazzo, replico, falle sparire o sparisco io. Dato che sei cortese, mi accontenti ed entro nel tuo salotto. Mi guardo in giro sospettoso temendo che qualche lupo sia accucciato sotto il tavolo in attesa di aggredirmi. Nulla di ciò. Ma dalla tua dimora non sono uscito indenne. Mi hai offerto un whisky così forte che, a distanza di tanto tempo, mi brucia ancora l'intero tubo digerente, e non dico di più. Tuttavia fosti impeccabile nel fornirmi le informazioni che cercavo. Neanche una virgola errata.

Racconto questi particolari in modo che i lettori si rendano conti di che razza di personaggio sei: geniale e matto lucido.

Ecco la conferma. Alcuni giorni fa apprendo dalla stampa e dai social network che rientrando nella tua abitazione sei stato sorpreso in cucina da un serpente, due metri di lunghezza. E te la sei fatta sotto esattamente quanto me quando mi imbattei nei tuoi lupi della malora. Solo che tu, a differenza del sottoscritto, hai reagito da leghista: hai stecchito il rettile con una bastonata che nemmeno Umberto Bossi in piena forma sarebbe stato in grado di rifilargli. Non pago, ti sei fatto fotografare con la vittima e hai lanciato in Rete l'immagine. Ti aspettavi applausi, forse. Viceversa, ti hanno coperto di insulti. Le invettive più feroci te le hanno riservate gli animalisti integralisti, i quali non ti perdonano di aver soppresso l'inatteso e sgradito ospite, incuranti del fatto che chiunque se lo fosse trovato tra le balle si sarebbe comportato come te, tranne il sottoscritto: sarei fuggito trascorrendo la notte in albergo.

Essi ti rimproverano di non aver capito che quel rettile non era velenoso, ma non specificano come cazzo si fa a distinguere un essere strisciante di due metri innocuo da uno pericoloso. La vicenda non si esaurisce qui. Mi dicono che sei stato denunciato perché non dovevi accoppare l'animale, bensì chiamare la Forestale di Stato affinché intervenisse in soccorso non di te, ma del serpente.

È la dimostrazione che le leggi porcata in Italia sono numerose. Perciò sto dalla tua parte e ti auguro di sconfiggere alla grande e presto il problema di salute di cui hai coraggiosamente parlato. Abbiamo bisogno di matti lucidi.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica