Bari - Il presidente del Consiglio tenta di riguadagnare terreno dopo il crollo di immagine innescato dal taglio ai fondi per Taranto, ma la guerra interna del Pd si accende sotto le bordate del governatore della Puglia, Michele Emiliano. Il quale dopo il mancato inserimento nella legge di Bilancio dei 50 milioni per la drammatica emergenza sanitaria e ambientale, archivia il patto di non belligeranza siglato pochi giorni fa a Roma in vista del referendum, spara a zero sulla riforma utilizzando un pulpito internazionale come il Financial Times e sferra l'ennesimo attacco al premier accusandolo in buona sostanza di aver rivelato «informazioni riservate» su un procedimento penale.
Nella tarda serata di martedì Matteo Renzi rende noto il prossimo invio di risorse massicce per Taranto: un miliardo e trecento milioni di euro, il risultato un accordo con la famiglia Riva. Ma Emiliano spegne i toni trionfalistici e rinfocola invece le polemiche. «Si tratta dichiara - di un patteggiamento sulla responsabilità penale dell'impresa Riva Fire, quindi una cosa che dovrebbe riguardare la Procura e Riva: siccome escludo aggiunge che la Procura possa aver dato informazioni riservate al presidente del Consiglio, mi chiedo da chi abbia saputo di un accordo che peraltro non mi risulta essere stato ancora stipulato». In ogni caso il presidente della Regione Puglia precisa che «ovviamente quelle risorse non sono disponibili né per la sanità né per altri usi: sono semplicemente un inevitabile risarcimento per il processo in corso».
I soldi in questione sono quelli sequestrati in Svizzera dalla Procura di Milano nell'ambito di un'inchiesta per presunta evasione fiscale sulla famiglia Riva. L'accordo che dovrebbe traghettarli a Taranto è alle battute finali, così come sono alle fasi conclusive alcuni filoni del processo sull'inquinamento ambientale in Puglia: già il 6 dicembre dovrebbe essere presentata un'ipotesi di patteggiamento tra Procura di Taranto e Ilva. Nel frattempo, resta aperta la guerra nel Pd. Il taglio dei fondi per Taranto ha fatto precipitare la situazione, rafforzando peraltro l'asse del governatore con il presidente della commissione Bilancio, il pugliese Francesco Boccia. E se Renzi pensava di confinare la questione a livello locale, evidentemente ha sbagliato i conti visto che l'attacco di Emiliano alla approda sul Financial Times e conquista la prima pagina.
«Soprattutto nel Mezzogiorno spiega il presidente della Regione - le aziende italiane amano affrontare le questioni nelle regioni dove operano, ma questa riforma le costringerà a farlo nei bui corridoi dei ministeri romani, dove saranno sopraffatte dalle multinazionali e dai lobbisti».
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