Le dimissioni dell'ex ministro della Pubblica istruzione Lorenzo Fioramonti rimescolano gli equilibri nella maggioranza giallorossa. Il premier Giuseppe Conte, al netto della scossa sull'esecutivo, vede il bicchiere mezzo pieno. Fioramonti, mollata la poltrona nel governo, lavora alla formazione di un gruppo parlamentare autonomo filo-Conte. Un'operazione che rafforzerebbe la posizione del presidente del Consiglio rispetto ai due partiti di maggioranza: M5S e Pd.
È il primo passo verso la nascita di un movimento di contiani. Il capo dell'esecutivo cerca il sostegno di una pattuglia di deputati e senatori. Tra i nomi che dovrebbero aderire al nuovo gruppo circolano quelli di Mara Lapia, Paolo Giuliodori, Felice Mariani, Roberto Rossini, Paolo Lattanzio, Nadia Aprile e Roberto Cataldi. È un'operazione che guarda anche alla prospettiva elettorale: la nascita di una lista Conte in caso di voto anticipato.
Ma la mossa di Fioramonti alimenta sospetti e veleni soprattutto tra i Cinque stelle: Luigi Di Maio punta a chiudere il caso entro 48 ore. E ieri è partito l'ordine al premier di sostituire Fioramonti con un grillino: «Il governo è al lavoro per migliorare la scuola, l'istruzione e sostenere la ricerca. Guardiamo avanti, c'è piena fiducia nel premier Conte per individuare un nuovo ministro dell'Istruzione, la scuola non può aspettare», riferiscono fonti del M5S.
Due i nomi: Francesco D'Uva o Nicola Morra. C'è il timore, però, che Conte possa usare il caso Fioramonti per rivedere gli assetti nel governo. Allargando il perimetro dell'alleanza. Da Mara Carfagna arrivano segnali di apertura: «È tempo di affidare l'incarico a una personalità autorevole e capace di far capire ai partiti che il sistema dell'istruzione è il core business di un Paese moderno».
È chiaro che Conte punti a rafforzare sia la propria leadership che ad aumentare i numeri della maggioranza in Parlamento. E la poltrona per la guida del ministero della Pubblica istruzione potrebbe essere utile per attirare un po' di responsabili. Il pericolo è di innescare un conflitto con i renziani. Italia Viva vuole incassare la poltrona lasciata libera da Fioramonti: il nome è quello di Ettore Rosato.
Renzi alza il prezzo, cercando di allargare la delegazione di Italia Viva nell'esecutivo. Anche perché la trattativa per rimpiazzare Fioramonti si incrocia con due partite fondamentali per l'esecutivo: il via libera alla prescrizione e il voto in giunta per l'autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini per il caso della nave Gregoretti. I renziani minacciano di smarcarsi sia sulla prescrizione che sul caso Gregoretti dalla linea della maggioranza. Potrebbero cambiare idea se dovessero incassare la guida del ministero della Pubblica istruzione. Sulla vicenda, il renziano Portas è spietato: «Questo governo perde i ministri come le foglie d'autunno di un albero. La sua credibilità è ridotta a zero».
C'è il Partito democratico che tace sul caso Fioramonti ma da oggi comincia a giocare la propria partita per ridefinire gli assetti della maggioranza: alle 11.30 al Nazareno sarà presentata una proposta di legge in materia di prescrizione.
È una dichiarazione di guerra contro gli alleati dei Cinque stelle: il 7 gennaio scatta la riforma Bonafede, che blocca la prescrizione dopo il primo grado. I dem puntano al rinvio della riforma. L'obiettivo di Conte è arrivare alla verifica di maggioranza con una propria forza parlamentare. E la mossa di Fioramonti è il primo tassello di quest'operazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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