In Europa le banche italiane sono le più spremute dal Fisco

In Europa le banche italiane sono le più spremute dal Fisco

Anche le big del credito devono fare i conti con il fisco. E sono assai più salati rispetto ai concorrenti Ue. Secondo uno studio di Bankitalia, la tassazione effettiva sugli istituti italiani nel periodo 2006-2014 è molto più elevata di quelle delle rivali dei quattro maggiori paesi europei (Germania, Francia, Spagna e Gran Bretagna) e questo impone ai nostri istituti, già oberati dalle sofferenze causate dalla crisi, di riuscire a guadagnare di più per ottenere lo stesso risultato in termini di redditività.

Una distanza che è solo in parte colmata dalle misure varate dal governo nel 2015 che hanno allineato la normativa italiana a quella europea in termini di deducibilità delle rettifiche di valore e perdite sui crediti portandola da 5 a 1 anno. Scorrendo le tabelle della ricerca si vede così che se il tasso nominale italiano nel 2014 dopo le punte verso l'alto degli anni precedenti in fondo non sia troppo lontano da quello europeo (32,8% contro il 29,8% della Germania o il 38% della Francia) la situazione cambia se si guarda al tasso effettivo che sale così al 37,41% contro il 21,9% della Gran Bretagna, il 34% della Francia e il 33% della Germania.

La ricerca ipotizza un mondo dove le banche italiane hanno una tassazione simile a quella delle rivali: gli istituti avrebbero avuto utili netti più corposi fra il 2006 e il 2016 per circa 8,6 miliardi di euro e un capitale aggiuntivo, una delle grandi priorità appunto della vigilanza, di 5,6 miliardi di euro che avrebbe fatto salire gli indici Cet1. A parte i benefici per i manager e soci delle banche e l'impatto sui corsi azionari quando si usano i multipli questo comporta anche una diversa attrattività dei nostri istituti quando devono raccogliere capitale in caso di aumenti ed emissioni.

Nelle conclusioni quindi la ricerca suggerisce l'opportunità di esplorare la possibilità di rendere più omogenea la tassazione delle banche partecipanti al meccanismo di vigilanza unica europea; un primo passo potrebbe essere «armonizzare le basi imponibili». svantaggio competitivo. Fattore questo che - ma il rapporto della Vigilanza guidata da Ignazio Visco non lo dice - che incide anche sulla capacità di raccogliere capitali.

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