Ex soldati, sbandati e criminali senza scrupoli: le bande del terrore arrivano dall'Europa dell'Est

Sono addestrati alla guerra. E da tempo l'Italia è diventata il loro obiettivo preferito

Ex soldati, sbandati e criminali senza scrupoli: le bande del terrore arrivano dall'Europa dell'Est

Si arruolano nell'Esercito del loro Paese e quando si congedano non trovano più lavoro, così decidono di partire per l'estero e mettere a frutto il loro addestramento. C'è chi lo fa scegliendo di fare il contractor e andare a garantire la sicurezza sulle navi mercantili, optando per una missione di antipirateria chi, invece, preferisce darsi alla malavita.

Così come Igor Vaclavic, il pluripregiudicato ex militare russo ora ricercato per l'omicidio di Budrio. I casi di cronaca che vedono coinvolti ex soldati provenienti dai Balcani o dai Paesi dell'Est Europa non si contano. A febbraio scorso la polizia di Milano ha sgominato una banda di cittadini serbi che rapinava gioiellerie. I colpevoli erano due trentenni che operavano con modalità molto simili a quelle della «Pink Panthers Gang», specializzata in rapine nei negozi di valori di tutto il mondo e composta da ex militari delle forze speciali, che avevano combattuto durante le guerre dei Balcani.

L'estate scorsa, invece, sull'A12, nei pressi di Collesalvetti, in provincia di Livorno, una banda di almeno 6 persone ha assaltato due portavalori mentre transitavano all'interno di una galleria. I metodi usati hanno fatto pensare subito a un'organizzazione militare. Nel fuggire i malviventi hanno bloccato diverse auto, piazzando bande chiodate sull'asfalto e mettendo catene col lucchetto all'uscita dei tunnel. Nessuno dei responsabili della rapina, che fortunatamente non è riuscita, è stato ancora trovato.

Nel 2013 i carabinieri di Cremona arrestarono un gruppo di rapinatori kosovari che avevano appena assaltato due stazioni di servizio. Fu perquisito il covo della banda e vi fu trovato il computer di tal Resim Kastrati, meglio conosciuto come Obeidullah, macellaio senza fissa dimora che frequentava una moschea abusiva. Proprio lui fu espulso nel 2016 perché mostrò apprezzamento sui social network per l'uccisione di disegnatori e dipendenti del giornale satirico Charlie Hebdo a Parigi. Si pensa, pertanto, che alcune di queste bande, spesso composte proprio da ex militari, gente senza scrupoli ben addestrata e pronta a uccidere a sangue freddo, siano in parte connesse proprio al mondo islamico e che i proventi dei loro colpi possano servire per finanziare l'Isis.

Queste bande dell'Est, ben organizzate, spesso decidono di assaltare portavalori, proprio perché per loro riuscire nell'intento è più semplice.

Peraltro, le cronache parlano anche di reduci di guerra degli anni Novanta, gente che ha visto la morte in faccia e non ha niente da perdere, a cavallo sul filo della vita, che sa di rischiare la morte, ma gioca al massimo cercando, attraverso le azioni criminali, di centrare il colpo giusto nella roulette russa delle possibilità.

Oltretutto, questi banditi, sapendo maneggiare bene le armi, non si fanno problemi a impugnare una pistola, ma anche il temuto kalashnikov. Per muoversi usano auto rubate, spesso di grossa cilindrata e corrono dritti verso la loro mèta: quella del bottino a ogni costo, anche quello di azzerare una vita umana. C'è chi li vede come «Rambo» dei giorni nostri, armati fino al collo, eroi negativi della società odierna.

Ma di fatto restano delinquenti, quelli che danno filo da torcere a chi indaga per rendere giustizia a chi ha perso un familiare o un amico per mano di malviventi come Vaclavic, un ex militare per il quale premere un grilletto o non farlo, scegliendo tra la vita e la morte di qualcuno, è sullo stesso piano che prendersi un caffè.

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