F-35, il ministro Trenta: "Non ne compreremo altri"

Il ministro della Difesa Elisabetta Trenta conferma che l'Italia non comprerà altri F-35. Ma sul taglio agli ordini del caccia multiruolo, il discorso cambia e il ministro valuta

F-35, il ministro Trenta: "Non ne compreremo altri"

Il ministro della Difesa Elisabetta Trenta rompe gli indugi: l'Italia non comprerà altri F-35. Le parole del ministro durante la trasmissione Omnibus di La7 non lasciano spazio a ulteriori interpretazioni: "Non compreremo altri F-35, stiamo valutando se mantenere o tagliare i contratti in essere". Una concetto ribadito poi dallo stesso ministro sul suo profilo Facebook, in cui il vertice della Difesa ha scritto: "Siamo infatti sempre stati critici del programma, nessuno lo nasconde, proprio per questo non compreremo nuovi caccia e, alla luce dei contratti in essere già siglati dal precedente esecutivo, stiamo portando avanti un’attenta valutazione che tenga esclusivamente conto dell’interesse nazionale".

Ma qual è questo interesse nazionale? Il primo è sicuramente l'importanza dell'aggiornamento dei mezzi dell'aeronautica italiana. Ma è chiaro che dietro ci sono motivazioni anche economiche e politiche. Dal punto di vista economico, il ministro Trenta ha affermato che il taglio delle commesse sugli F-35 implica il pagamento di ingenti penale. Una questione che ha trovato l'immediata reazione di Giuseppe Civati di Possibile. Secondo l'esponente della sinistra, la Corte dei Conti l'anno scorso aveva già chiarito come non esistessero penali nel contratto di fornitura degli F-35. Secondo Civati, questo dimostrerebbe che "l'attuale governo è in perfetta scia del precedente sulla spesa militare".

Ma nelle motivazioni economiche rientra anche l'indotto dell'F-35. Lo ha spiegato lo stesso ministro a Omnibus: "Intorno all'F-35 c'è un indotto di natura tecnologica, di ricerca e occupazionale che taglieremmo a sua volta. Quindi occorre valutare bene il costo del mantenere e del tagliare prima di decidere".

A queste ragioni di natura economica, si affiancano poi inevitabili ragioni di natura politica. L'acquisto di un caccia come l'F-35 non è solo una commessa militare ma anche un gesto politico. È una scelta di natura strategia. Il caccia multiruolo della Lockheed Martin è un simbolo del sistema di alleanze degli Stati Uniti. Ed è un progetto in cui l'Italia rientra come partner di secondo livello e in cui ha un ruolo fondamentale l'italiana Leonardo.

La nuova amministrazione americana ha puntato moltissimo sulla vendita di questi caccia. Donald Trump è un ferreo sostenitore della vendita dei sistemi d'arma e dei mezzi militari made in Usa agli alleati. E questo è importante sia come strumento per mantenere vantaggi strategici nei confronti dei partner, sia per alimentare l'industria bellica americana. Il recente viaggio di John Bolton a Roma, in cui il consigliere per la Sicurezza nazionale ha incontrato oltre a Matteo Salvini anche il capo della Difesa, ha sicuramente toccato anche il tema delle spese militari.

Ora, per il ministro in quota Cinque Stelle, sorge anche un dubbio di natura interna: come va il M5S a sostenere la necessità di mantenere l'acquisto degli F-35 quando i suoi maggiori esponenti ne erano degli avversari? La base pentastellata non sarà

sicuramente favorevole a questa conferma da parte del governo di cui sono la forza maggioritaria. Ma una volta che si giunge al potere, le cose cambiano. E le scelte non possono essere dettate soltanto dallo spirito di opposizione.

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