Facebook sospende Salvini: ​"Non puoi scrivere zingaro"

Il leghista sospeso dal social network per aver usato la parola "zingaro". Poi replica alla Cei: "Mi fanno tristezza"

Facebook sospende Salvini: ​"Non puoi scrivere zingaro"

Matteo Salvini è stato sospeso. Per aver despresso la propria opinione. L'ha detta in modo forte, convinto e deciso. Ha detto che non vuole più vedere in giro i campi rom, non luoghi di non legalità. Has detto, per la precisione: "Cosa farei io al posto di Alfano e Renzi? Con un preavviso di sfratto di sei mesi, raderei al suolo i campi rom". E per queste parole si è attirato addosso gli strali della sinistra e del Vaticano. Le stesse opinioni, poi, le ha gridate su Facebook. Ha usato la parola "zingari". E per questo è stato sospeso dal social network. Cacciato per ventiquattr'ore per un'opinione. Un colpo alla libertà di espressione che difficilmente sarà difeso dai progressisti della parola. Poi il social network ha ammesso l'errore: "Ci scusiamo per il disagio causato dalla rimozione di questo contenuto".

Invocando l’intervento delle ruspe, Salvini è andato giù duro con le parole, anche se la sua idea sui campi nomadi è sempre la stessa da anni. E non è mai cambiata. Per le sue dichiarazioni, il segretario della Lega si è attirato le ire anche del Vaticano. "Sono posizioni estreme, assurde, come quelli che dicono 'I musulmani? Li ammazzerei tutti' o 'I migranti? Vadano tutti a casa loro'", ha commentato il cardinale Antonio Maria Vegliò, capo dicastero vaticano per i migranti. "Cosa vogliamo pretendere da Salvini? Lo fa per scopi elettorali - ha aggiunto - sa che quando dice queste cose la percentuale degli amici aumenta". Un attacco frontale che non sono affatto piaciute a Salvini. "Sentire certe parole in bocca di un vescovo mi fa trstezza - ha replicato a Vegliò - perché il compito di un vescovo è di indirizzarmi sulla retta via e non di insultarmi". E ancora: "Io sto coi parroci di periferia e non con i vescovoni. Se mi becco insulti da qualche vescovone non mi interessa".

Ma la polemica è soprattutto politica. La presidente della Camera, Laura Boldrini, ha definito le parole del leader della Lega "inquietanti", pur ritenendo necessaria un’alternativa ai campi rom. "Sono stupito dello stupore dei giornali, sono cose che dico da tempo", ha risposto Salvini durante una conferenza stampa in cui ha presentato la nuova mobilitazione leghista: una gazebata sabato e domenica in mille piazze per chiedere agli italiani di farsi riconoscere come rifugiati politici nel loro stesso Paese che li discriminerebbe rispetto ai clandestini. "I rom devono avere gli stessi diritti e gli stessi doveri di tutti gli italiani - ha spiegato così le sue parole sulle ruspe - solo la Boldrini può rimanere inquietante. Anzi, è inquietante che la Boldrini sia presidente della Camera". Un copione, in fondo, già visto. E che probabilmente si ripeterà.

"Se andiamo al governo, mando il preavviso di sfratto e poi rado al suolo tutto", ha concluso Salvini chiedendosi dove siano gli assistenti sociali: "Li manderei nei campi rom prima di chiuderli".

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