Al fedelissimo del Papa la cassaforte del Vaticano

Nunzio Galantino lascia la Cei: gestirà finanze e patrimonio immobiliare della Santa Sede

Al fedelissimo del Papa la cassaforte del Vaticano

Un fedelissimo per fare chiarezza sugli immobili del Vaticano. Papa Francesco a sorpresa ha nominato monsignor Nunzio Galantino, fino a ieri segretario generale della Cei, nuovo presidente dell'Apsa, la «banca centrale» del Vaticano che amministra anche lo sconfinato patrimonio immobiliare della Santa Sede.

La promessa di Bergoglio era quella di cambiare, con la riforma, la mentalità della Curia Romana e così, accettate le dimissioni, per raggiunti limiti d'età, del cardinale Domenico Calcagno, porporato fedelissimo del cardinale Bertone, il Pontefice ha voluto sparigliare le carte, mettendo al vertice dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, il vescovo emerito di Cassano all'Ionio.

«Serve una persona nuova dopo tanti anni, la mentalità dev'essere rinnovata: non c'è chiarezza sugli immobili, tanti sono pervenuti per donazione o acquisto, si deve andare avanti con chiarezza», aveva detto Francesco solo alcuni giorni fa in un'intervista all'agenzia Reuters, e così la scelta è ricaduta su «don Nunzio», 70 anni il prossimo agosto e originario di Cerignola (Foggia), che con il nuovo incarico lascerà ad altri anche il compito di tenere, in supporto al presidente della Cei Bassetti, i rapporti con la politica italiana.

La scelta di Francesco è arrivata a sorpresa: quando alcune settimane fa Bergoglio aveva incontrato il C9, il consiglio di nove cardinali che aiuta il Papa per il governo della Chiesa e per la riforma della Curia Romana, Il Pontefice, da quanto risulta a Il Giornale, aveva confidato ai suoi stretti collaboratori che stava valutando la possibilità di affidare a un laico la presidenza dell'Apsa. La notizia aveva riscosso grande entusiasmo tra i cardinali: per la prima volta nella storia, su quella poltrona non si sarebbe seduto un cardinale. Un po' come accaduto con la nomina del professor Vincenzo Buonomo a rettore della Pontificia Università Lateranense: anche lì la prima volta di un laico, in perfetta linea con la volontà di Francesco di voler dare in Curia più spazio ai non ecclesiastici.

La notizia di un laico all'Apsa aveva creato però non pochi mugugni proprio all'interno delle sacre stanze, tanto che alcuni cardinali della vecchia guardia, nelle scorse settimane erano anche intenzionati a chiedere udienza a Francesco per metterlo in guardia dei rischi che avrebbe corso, soprattutto dopo le brutte esperienze avute con alcune nomine sbagliate di laici e laiche. Dopo aver valutato bene tutte le opzioni sulla sua scrivania, alla fine il Papa, ha voluto, in effetti, rimandare la rivoluzione, posizionando in quella delicatissima casella uno dei pochi ecclesiastici di cui si fida ciecamente: tra Galantino e il Pontefice, infatti, il rapporto è sempre stato di ferro.

Con la nomina del nuovo presidente, che si affianca all'Apsa a quella del monsignore argentino Gustavo Zanchetta, nominato nel dicembre 2017 «assessore» (incarico creato per lui su misura), Francesco sembra dare il via alla «fase 2» della riforma finanziaria della Santa Sede che, secondo i più informati, vedrà anche un cambio al vertice dello Ior.

Nel frattempo Francesco, da qui a settembre, metterà mano ad altre caselle dello scacchiere vaticano: oltre alla nomina imminente del nuovo numero due della Segreteria di Stato

(che dovrebbe essere un vescovo non italiano in sostituzione del neo cardinale Angelo Becciu, nominato prefetto della Congregazione dei Santi) è attesa anche la nomina del nuovo Prefetto del dicastero della comunicazione.

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