Rosa non ha più una casa. Era un piccolo alloggio popolare di 23 metri in via Salomone, periferia est di Milano, ma lei - che ha quasi 71 anni - ci aveva lasciato tutto: i vestiti, i pochi mobili, le medicine. Il suo piccolo mondo che adesso non esiste più. «Rosa», così l'abbiamo chiamata noi, è stata ricoverata più di un mese fa per gravi problemi di salute e sei persone hanno occupato abusivamente il suo appartamento, passando da un balcone comunicante. L'invasione è stata denunciata alla polizia il 16 gennaio da un'operatrice delegata del Comune ma il «blitz» è di molto precedente. Il presidente del Consiglio municipale Oscar Strano ne ha avuto notizia circa una settimana fa e l'ha denunciato pubblicamente. «Se chiami per denunciare l'occupazione di un appartamento di una signora ricoverata - scriveva domenica - ti senti rispondere cosa possiamo fare?».
L'irruzione risalirebbe addirittura ai giorni fra Natale e Capodanno, secondo una vicina di casa che ha lamentato - anche alla locale Caritas - piccole e grandi intimidazioni. E ha visto portar via della roba dalla casa di Rosa. «Possibile che nessuno si sia premurato di verificare lo stato dell'alloggio per tutto il periodo di degenza?», chiede Strano. L'esponente di Forza Italia in via Salomone è nato e cresciuto. E continua a sollecitare interventi più decisi al Comune e alla prefettura, che decide sugli sgomberi. Chiede controlli degli ispettori e della polizia locale. «Siamo in un contesto non ordinario - spiega - disagio forte e conclamato».
Illegalità, omertà, paura. È un mondo a sé quello di via Salomone, una periferia fisica ed «esistenziale» come le chiama il Papa. Anche per questo le Case Bianche sono state scelte poco meno di un anno fa come prima tappa della visita milanese di Bergoglio, accolto come un liberatore, in un girone infernale di disagio e povertà. Dieci mesi dopo le Case Bianche restano un buco nero: i 477 alloggi di proprietà di Aler (l'Azienda lombarda di Edilizia residenziale) in buona parte sono occupati abusivamente: a metà 2017 il dato delle occupazioni illegali toccava quota 95.
Qualche anno fa parevano destinati alla demolizione questi casermoni bianchi della Trecca (così i milanesi chiamano il quartiere, a metà strada fra lo scintillante centro e l'aeroporto di Linate). Oggi, nonostante gli sforzi collettivi, sembra una terra di nessuno, sottratta al controllo delle istituzioni. Al civico 36, dove abitava Rosa, si tocca il record dell'abusivismo: sei appartamenti per nove piani, il totale fa 54 alloggi, e il 40% è in mano agli abusivi. Non solo: le «assegnazioni» sarebbero su base etnica. Il comitato «Salomone Rinasce» (fondato da Strano) attribuisce l'irruzione di Natale a sei senegalesi, anche se oggi nell'alloggio si troverebbe una coppia con cittadinanza italiana e origini rumene. Una staffetta gestita dal racket. «Manovalanza» dicono in questo caso. Ma un clan familiare spadroneggia e intimidisce chi si azzarda ad alzare la testa. Gli slanci positivi a dire il vero non mancano: la parrocchia, la Caritas, la Zona, il comitato, hanno acceso i riflettori sulla Trecca.
L'Aler, che a Milano gestisce 68mila alloggi, è intervenuta tre volte nelle ultime settimane per riparare l'ascensore, che continua a fermarsi. A quanto pare qualcuno vuole che non funzioni. E vuole che non funzioni l'illuminazione. Chi fa affari loschi predilige il buio. E non vuole nessuno fra i piedi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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