La Fornero avverte Salvini: "Senza la mia riforma spesa pensionistica al 20%"

L'ex ministro del Lavoro avverte i detrattori della riforma delle pensioni varata nel 2011: "Senza le riforme varate negli ultimi anni la spesa schizzerebbe a un quinto del Pil"

La Fornero avverte Salvini: "Senza la mia riforma spesa pensionistica al 20%"

Elsa Fornero mette in guardia Matteo Salvini e i suoi alleati: chi tocca la sua riforma rischia. E se proprio non li uccide, mette in serio pericolo la tenuta dei conti pubblici italiani.

In un'intervista al Sole 24Ore, l'ex ministro del Lavoro del governo Monti spiega che "senza le riforme - fra cui anche la sua varata in fretta e furia nel 2011 - La spesa pensionistica arriverebbe al 20% del Pil entro due anni." Il monito al prossimo governo non è esplicitato ma non per questo è meno chiaro: "Attenti a non arretrare dall’assetto attuale, perché c’è una transizione demografica, oltre al debito pubblico, che non vi lasciano spazio."

L'ex ministro insiste sulla necessità di non abbandonare il sistema contributivo, di resistere sull'adeguamento automatico alla speranza di vita. Ma soprattutto punta molto su quelle che chiama le "flessibilità soft", a partire dall'Ape sociale e volontaria fino alle flessibilità per gli impieghi usuranti o gravosi.

Inoltre ipotizza la possibilità di un colpo di scure per i redditi più elevati: "Rivendico la proposta di un contributo di solidarietà sulle pensioni retributive più elevate, oltre i 3000-3500 euro netti e solo per la parte di pensione che eccede i contributi versati", spiega al giornale della Confindustria.

Il nodo del lavoro

Scettica sulle pensioni di garanzia minima per i giovani, la Fornero propone invece "una contribuzione figurativa piena" per chi i disoccupati che non trovano lavoro pur cercandolo o partecipando ai programmi di reinserimento e di formazione.

Tuttavia, nonostante lo scetticismo verso proposte importanti dei partiti usciti vincitori dalle elezioni (sul reddito di cittadinanza ipotizzato dai Cinque Stelle ricorda che "servono politiche del lavoro forti, non redditi minimi"),

l'ex ministro si dice convinta che anche con l'invecchiamento della popolazione, con l'adozione delle necessarie politiche attive, "i tassi di partecipazione al mercato del lavoro potranno risalire e mantenersi più elevati."

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