Sale la tensione lungo il confine tra l'Italia e la Francia. Decine di immigrati protestano a Ventimiglia contro il governo francese che, in barba al Trattato di Schengen, ha deciso di chiudere la frontiera. I clandestini, che sono sbarcati nel nostro Paese ma che vorrebbero ricongiungersi ai propri parenti in Francia e in Europa, non possono quindi andare oltre Ventimiglia. Dopo aver trascorso la notte in stazione, hanno deciso di rifiutare a oltranza acqua e cibo offerti dalla Croce Rossa finché Parigi non ripristinerà il Trattato di Schengen.
Tensione e scontri alla frontiera di Ventimiglia (Imperia) tra i migranti che premono per passare il confine italo francese, bloccato dalla gendarmeria d’Oltralpe, e le forze dell’ordine italiane. Diverse decine di persone, in gran parte provenienti dall’Eritrea si sono rifiutate di sgomberare una parte della zona di ponte San Lodovico, dove si erano ammassate, le forze di polizia in assetto antisommossa hanno effettuato una carica di alleggerimento. Alcuni dei migranti sono rimasti nelle vicinanze di ponte San Lodovico, altri si sono trasferiti sugli scogli.
La notte è passata tranquilla a Ventimiglia, città dell’imperiese al confine con la Francia, dove si stanno ammassando immigrati provenienti dall’Africa, in prevalenza dall’Eritrea, diretti oltre confine. Il fenomeno è in atto da anni, i clandestini sbarcati in Italia intendono raggiungere la Francia e da lì diversi paesi del Nord Europa. Le autorità francesi, però, come già nel 2011, in questi giorni hanno sbarrato il confine. Alcuni riescono comunque a passare ma gli arrivi a Ventimiglia sono continui. Al momento si calcola che gli extracomunitari siano un centinaio, il loro numero varia di ora in ora a seconda del flusso degli arrivi e delle partenze (sempre più rare) e, quando le forze dell'ordine cercano di farli sgombrare, la situazione si infiamma degenerando in scontri violenti. I profughi, che non volevano abbandonare il sit in, hanno acconsentito di lasciare il presidio dopo una serrata trattativa portata avanti dagli intermediari culturali.
"Il caso di Ventimiglia è emblematico, gravissimo, e dimostra plasticamente l’indisponibilità della Francia e degli altri Paesi europei ad accogliere i disperati sbarcati in Italia - accusa il presidente dei deputati azzurri, Renato Brunetta - siamo soli. L’emergenza, per i nostri partner europei, è solo affar nostro". Il Consiglio europeo straordinario sull’emergenza immigrazione non ha prodotto alcun risultato tangibile. Le città italiane, ormai non solo al sud, sono al collasso. Tanto che la coesione sociale è a rischio. L’immobilismo e il pressapochismo del governo sono sotto gli occhi di tutti. "Renzi batta un colpo - incalza Brunetta - faccia sentire la sua voce in Europa, coinvolga nella gestione dell’emergenza le altre forze politiche, convochi un tavolo di coesione nazionale, venga in Parlamento a cercare risposte e convergenze".
"Siamo in emergenza". Il sindaco di Ventimiglia, Enrico Ioculano, non fa che confermare l'emergenza. Tra i 200 immigrati, che si trovano tra la zona della stazione e il centro cittadino, ci sono anche famiglie con bambini. "La situazione è delicata e sta diventando un caso diplomatico - tuona il primo cittadino - un gruppo di immigrati, mostrando il biglietto del treno Nizza-Parigi, dice di essere stato prelevato a Nizza e riportato a Ventimiglia".
"La drammatica giornata che sta vivendo Ventimiglia - fa eco il neogovernatore della Regione Liguria, Giovanni Tori - è la dimostrazione che tutti i pericoli che abbiamo sottolineato ai prefetti circa l’accoglienza di clandestini nella nostra regione si stanno purtroppo verificando e tutti a scapito della cittadinanza". Non resta che se ne accorga anche il governo e che (si spera) interventa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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