Roma - Berlusconi è deluso, amareggiato. La decisione di Fratelli d'Italia di sfilarsi dall'appoggio ad Adriana Poli Bortone lo fa sbuffare. «Ma come? - è il senso del suo ragionamento - È un candidato del loro partito, non nostro; è brava, esperta e rappresenta una bandiera del centrodestra. I soliti giochini di bassa politica». Il Cavaliere era soddisfatto di aver trovato la persona giusta: «È un ottimo candidato per tutti i pugliesi. Avanti con Adriana Poli Bortone senza tentennamenti», dice comunque a chi lo sente. La Puglia rimane un pantano dal quale il centrodestra uscirà forse con le ossa rotte ma il Cavaliere ha detto stop. Per lui sarà Poli Bortone punto e basta e chi ci sta, bene.
A dispetto delle indiscrezioni uscite sulle agenzie di stampa secondo le quali l'ex premier sarebbe pronto a macinare chilometri in vista della campagna elettorale, Berlusconi non ha ancora deciso cosa fare: metterci la faccia e battere palmo a palmo i territori dove si vota o rimanere un po' nelle retrovie? Dubbi che scioglierà nei prossimi giorni parlando anche con i responsabili delle Regioni in cui si apriranno le urne a fine maggio. A consigliare al Cavaliere di non esporsi troppo alcuni elementi: tradizionalmente alle Amministrative il tasso di astensionismo è molto elevato; il polo di centrodestra - ma anche quello di centrosinistra - è tutt'altro che unito.
Di sicuro l'ex premier ha una visione d'insieme e non si sofferma più di tanto sui casi locali. Con i suoi uomini più fidati che lo aggiornano di continuo sui nodi non ancora sciolti in Puglia, nelle Marche e in Toscana non manca di sfogarsi: «Con questo centrodestra, dominato da interessi particolari e da beghe interpartitiche, non si va da nessuna parte; e ci vorranno anni perché si possa costruire un polo unico dei moderati, sullo schema del Partito repubblicano americano». In fondo quello a cui ha sempre lavorato Berlusconi: «Finché tutti penseranno di più alle rendite di posizioni acquisite e non a mettersi in gioco, Renzi avrà la strada spianata, ahimè».
Non lo nomina mai ma è chiaro che il Cavaliere ha in testa principalmente Fitto, considerato alla stregua di un ras locale che agisce soltanto per mantenere il suo potere in Puglia. Neppure le notizie che parlano di un possibile duello con Fitto anche in tribunale scuotono l'ex premier più di tanto. L'ex governatore pugliese, infatti, sarebbe pronto a una guerra di carte bollate contestando il contestabile. Per Fitto, pronto a una raffica di ricorsi dopo che verranno depositate le liste, è tutto illegittimo: dal commissario regionale del partito Luigi Vitali, all'utilizzo del simbolo Forza Italia passando per lo statuto stesso di Fi perché mai votato da un congresso. Berlusconi non se ne cura e fa spallucce ma il suo entourage valuta così la strategia dell'ex ministro di Maglie: «Una mossa disperata: nel merito tutto è difficilmente dimostrabile e in ogni caso i tempi della giustizia sarebbero biblici. E comunque il dato che emerge è che Fitto fa la figura del funzionario di un partito novecentesco. Ne esce malissimo: rabbioso e rancoroso».
Al di là delle beghe pugliesi in vista delle Regionali, tuttavia, il clima in Transatlantico non è dei migliori.
E sono tanti gli azzurri pronti a scommettere che, dopo le elezioni amministrative, nulla nel centrodestra sarà più come prima. Ma forse anche il Cavaliere saluterà positivamente l'ipotesi di una scomposizione dell'attuale sistema; per togliersi qualche sassolino dalle scarpe e rilanciare il partito su nuove basi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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