E se alla fine fosse il fratello di Alfano a far saltare il governo Renzi? Ovviamente per la nota vicenda dell'assunzione alle Poste. Ora, però, con le inchieste che vanno avanti, il ministro dell'Interno che si difende ("solo scarti di inchieste usati politicamente per colpirmi") e l'Ncd al collasso (sono tanti gli esponenti del partito che vogliono tornare nel centrodestra), potrebbero essere alcuni esponenti del Pd a far saltare il banco. Ma in che modo? Tramite una commissione d'inchiesta parlamentare. Come scrive l'Huffington Post trentasei parlamentari democratici chiedono una commissione d'inchiesta che faccia piena luce sulla vicenda.
A dire il vero la richiesta era già stata fatta nel febbraio 2015, come rivela il deputato piddì Franco Ribaudo, che insieme ad altri 35 colleghi aveva proposto una Commissione d'inchiesta per indagare sulle modalità di assunzione di Alessandro Alfano (fratello del ministro) nell'azienda di Stato.
"La nostra proposta di una commissione di inchiesta - spiega Ribaudo all'Huffington - viene fuori nei giorni della Parentopoli di Poste, quando si era scoperto che si entrava in azienda grazie a parenti di sindacalisti o politici. Si sapeva che il fratello di Alfano era stato assunto, è chiaro che c'era anche quello" tra le assunzioni irregolari. Ma poi ci si arriva per deduzione: con tutti i bravi avvocati che ci sono in Italia, hanno assunto proprio il fratello di Alfano".
L'intercettazione
Assunto in Poste nel settembre 2013, Alessandro Alfano era poi passato a Poste Tributi nel 2015, arrivando poi a Poste Italiane. Ora il suo nome compare nelle carte dell'inchiesta Labirinto con cui la procura di Roma sta indagando su appalti e nomine pubbliche sospette. Una telefonata intercettata tra il "faccendiere" Raffaele Pizza e Davide Tedesco (collaboratore del ministro dell'Interno) sembra chiamarlo in causa: "Pizza - scrive in un rapporto la Gdf - sostiene di aver facilitato, grazie ai suoi rapporti con l'ex amministratore Massimo Sarmi, l'assunzione del fratello del ministro in una società del Gruppo Poste".
L'accusa: il sistema funzionava così
Secondo Ribaudo il sistema funzionava in questo modo: "Gli amici e i parenti di politici e sindacalisti venivano assunti nelle sotto-società di Poste a cui l'azienda pubblica esternalizzava i servizi. E successivamente venivano poi incamerati nel personale. Senza alcun concorso pubblico né tantomeno forma di controllo da parte delle istituzioni. Lo stesso - prosegue il parlamentare piddì - è accaduto per il fratello di Alfano. Ma questo vale anche per le altre società, come Poste Vita, Poste Tim, Poste Pacchi che hanno dato la possibilità di fare mercimonio nelle società". E rincara la dose: "Si è arrivati ad assumere attraverso le società interinali, con un costo del 20% in più, per poi trasformare quelle assunzioni in stabilizzazioni".
Ma ora cosa succederà? La richiesta di una Commissione di inchiesta è stata fatta più di un anno fa "ma al momento è ferma, anche se oggi è tornata nuovamente attuale".
Ribaudo però fa sapere che tornerà a chiederne l'istituzione: "Il governo - spiega - deve pretendere da una società come Poste sistemi e modalità più trasparenti e per farlo non c'è bisogno di una norma di legge ma dovrebbe valere come principio basilare".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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