Galimberti e il solito ritornello della sinistra radical: "Voti Salvini? Sei ignorante"

Il filosofo ricorre ancora al vecchio adagio della sinistra secondo cui il merito dei consensi della Lega dipenderebbero dalla diffusione dell'"ignoranza". Ma la politica (anche recente) dimostra il contrario

Galimberti e il solito ritornello della sinistra radical: "Voti Salvini? Sei ignorante"

È il solito ritornello. Tutto ciò che non ci si aspetterebbe da un filosofo che si concede analisi politiche. Nessuna profondità. Solo pregiuzio. Alla vigilia del voto Umberto Galimberti torna ad affibbiare l'etichetta di "ignoranti" agli elettori di Matteo Salvini.

Ospite di “In onda” (La7), Galimberti si sbizzarrisce prima sul commento alla vicenda personale di Luca Morisi, l’ex capo della comunicazione della Lega salviniana con delle letture piuttosto superficiali. Ad esempio: “Quello che mi chiedo è come facesse a vivere, in termini di felicità, la contraddizione interna tra la sua omosessualità e il suo fare la guerra agli omosessuali". Non sapendo evidentemente, Galimberti, che l'orientamento sessuale non è un'ideologia. Pertanto, si può vivere in modi diversi, con sensibilità diverse e senza il rischio di essere tacciati di "confusione" o "contraddizione".

Ma olre a voler insegnare a Morisi come dovrebbe gestire la sua vita privata e quella professionale, il filosofo allarga il discorso sul fenomeno Lega spiegando in modo "semplice" la natura del successo del partito di Salvini: “È dovuto proprio a una diffusione dell’ignoranza. In una società complessa, dove la gente fa fatica a orientarsi, chi offre una soluzione semplice e, magari a livello emotivo, inapplicabile, funziona. Ma funziona dove l’umanità è diventata gregge che, come dice Nietzsche, desidera l’animale-capo".

Tutte frasi permeate del solito disprezzo da parte dei radical chic verso chi non si allinea, reo di "non capire" o peggio ancora non avere gli strumenti cognitivi per poter capire da che parte starebbe il bene. Nell'immaginario fantozziato, in sostanza, Galimberti nei panni del Duca Conte Maria Rita Vittorio Balabam si abbandona al suo personalissimo ritratto degli "inferiori".

Ma quali sarebbero, secondo Galimberti, le soluzioni complesse alle questioni complesse della società offerte dagli antagonisti di Salvini? Come spiegherebbe, Galimberti, il fatto che per sopperire alle lacune politiche, strutturali, comunicative soprattutto del Pd e del M5S che nel loro binomio di governo stavano conducendo il Paese allo sfacelo, si sia dovuti ricorrere all'"animale-capo" che al momento risponde al nome di Mario Draghi? E ancora, come analizzerebbe l'ascesa dei grillini, che nel corso degli anni hanno cambiato forma ma non sostanza, arrivati ad occupare gli scranni del governo dopo essersi raccolti intorno ad un leader che per sua stessa natura ha solamente urlato, illuso e offerto "soluzioni semplici a livello emotivo" come Beppe Grillo? E che dire del suo successore: Giuseppe Conte, che da premier durante una pandemia si è abbandonato agli slogan come il "bazooka" (che spara a salve), il cashback di Stato modello televendita (cancellato in fretta e furia), le retoriche sull'ottenimento del fondi del PNRR (che non sono stati in grado di convertire in piani pratici).

Insomma, si potrebbe continuare all'infinito applicando il ragionamento di Galimberti a fenomeni politici molto vari, tanto attuali quando il leaderismo di Salvini, e a livello ideologico parecchio disomogenei tra loro, ma Galimberti e tutta la sinistra radical continuano a dirsi "preoccupati" solo del consenso dei propri avversari politici.

Farebbe meglio ad ammettere, Galimberti, la vera natura della sua preoccupazione, che non è l'ignoranza in sé, ma il fatto che questa non si riesca a convertire nel tipo di consenso che sogna lui. Qualcuno lo spieghi, agli elettori, che con una croce messa anche solo per sbaglio sul simbolo del Pd fuori dai seggi, in regalo si riceve la patente di adeguatezza. Firmata Galimberti.

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