nostro inviato a Verona
Il botto al Congresso delle famiglie lo fa Massimo Gandolfini, fondatore del Family Day, che non è neppure tra i relatori di giornata. Nell'auditorium del palazzo della Gran guardia sono in corso i saluti iniziali e in sala stampa Gandolfini spara la cannonata: «L'aborto è l'uccisione di un bambino in utero e in Italia dal 1978 a oggi sono stati uccisi 6 milioni di bambini e ne sono stati salvati 200mila dal Movimento per la vita. La legge 194 è stata applicata soltanto negli articoli che permettono la soppressione di una vita e non in quelli che aiutano la maternità. Siamo contrari anche alla maternità surrogata e all'utero in affitto, una pratica incivile».
Gandolfini ha scatenato nuove feroci polemiche sul Congresso delle famiglie. Molti Comuni hanno ieri sventolato bandiere arcobaleno, il Pd ha organizzato flash mob nel centro di Verona, Laura Boldrini è inorridita per un vecchio gadget presente in uno stand al Congresso il quale ricorda che a 4 mesi il cuore di un feto batte già. Per il ministro Giulia Grillo «negare l'aborto non favorisce la natalità», mentre per Emma Bonino «il congresso di Verona farà suonare la sveglia in difesa dei diritti delle donne». Oggi arriverà un'altra replica in grande stile, con un convegno di femministe e soprattutto un corteo di protesta nel centro di Verona al quale sono annunciate 40mila persone.
In realtà, né Gandolfini né gli altri promotori hanno detto di volere abolire la legge 194. Non che l'appoggino, tutt'altro, ma sanno di non avere i numeri e nessuno combatte battaglie perse in partenza. Jacopo Coghe, numero 2 del Congresso, dice che «la 194 è legge dello Stato e ne prendiamo atto». Il senatore leghista Simone Pillon sottolinea che della 194 andrebbe applicata anche la prima parte, quella che tutela le donne che non vogliono abortire. Anche Matteo Salvini, che oggi parteciperà al Congresso con i ministri Lorenzo Fontana e Marco Bussetti, tira il freno: «Le conquiste sociali non si toccano, la libertà di aborto non si discute. Va difesa la libertà di scelta di tutti e per tutti, ma si ragiona su come aiutare le famiglie italiane, mamme e papà con i bimbi e con i nonni».
Tanto basta per servire l'assist a Gandolfini: «Noi parliamo con chiunque ci voglia ascoltare, non abbiamo un partito di riferimento. Certo, siamo contenti dell'interlocuzione in atto con i partiti del centrodestra mentre quelli del centrosinistra si turano le orecchie». «Se la prendono con noi - ha esclamato Brian Brown, presidente dell'Organizzazione internazionale per la famiglia - e tutti zitti sui diritti delle donne conculcati in Arabia Saudita, con cui i Paesi occidentali non hanno problemi a chiudere lucrosi affari».
Nei saloni del Congresso non si è parlato di aborto o utero in affitto. I temi, in una tavola rotonda moderata dal direttore del Giornale Alessandro Sallusti, sono la crisi demografica dell'Occidente, la denatalità, l'equilibrio tra lavoro e famiglia, le buone pratiche e gli interventi che gli Stati possono introdurre per invertire la rotta. I matrimoni sono dimezzati, i divorzi aumentano, l'Unione europea mediamente destina il 2,43 per cento del proprio Pil a misure a sostegno della famiglia e dei figli, con punte del 5 per cento in Ungheria il cui rappresentante ieri a Verona ha fatto un figurone. Anche la Cina, è stato notato, ha deciso di cambiare la legge sul figlio unico che ha compromesso la struttura della popolazione.
L'approccio al tema famiglia è laico, nonostante la presenza di numerose personalità religiose, cattolici, ortodossi, evangelici.
Accanto al vescovo di Verona, monsignor Giuseppe Zenti, che ha portato un saluto iniziale d'accordo con il Vaticano, era seduto a sorpresa l'arcivescovo di San Francisco, Salvatore Joseph Cordileone, deciso pro-life. Un nome un programma, hanno sussurrato molti in platea.SFil
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.