La gelata d'autunno: aumentano le imposte pure sul riscaldamento

Il governo medita di rivedere le tariffe agevolate per fare lievitare l'Iva su gas e Gpl

La gelata d'autunno: aumentano le imposte pure sul riscaldamento

Piuttosto facile rivendicare la correttezza della tassa sulle bibite oppure su quella sui voli. Ci sono esempi di soda tax in altri paesi. Per quanto riguarda il sovrapprezzo sui biglietti delle compagnie aeree ci si può sempre appellare all'esempio della Germania, che ha annunciato una misura simile.

Molto più difficile giustificare un aumento delle tasse sul riscaldamento, magari deciso in autunno quando le famiglie si preparano alle bollette invernali dopo tre mesi di tregua. Oppure una sovrattassa sull'energia elettrica, visto che le nostre bollette sono già tra le più care. Sarà per questo che nel governo nessuno ha fatto cenno alle altre ecotasse che potrebbero entrare in manovra, magari con un collegato alla legge di Bilancio.

Il progetto c'è ed è il decreto clima del ministro dell'Ambiente Sergio Costa. L'articolo che si occupa di fisco prevede la revisione dei sussidi ambientalmente dannosi. Per individuare quali tax expenditures tagliare, rimanda al «catalogo» istituito presso lo stesso dicastero dell'Ambiente e aggiornato ogni anno.

Nel lista dei sussidi cattivi c'è anche l'Iva agevolata «per gas metano e Gpl impiegati per usi domestici di cottura e la produzione di acqua calda». Combustibile distribuito tramite reti o in bombole, con una tariffa Iva del 10% invece che del 22%. Regime favorevole che vale solo fino a 480 metri cubi, oltre questa soglia scatta l'aliquota ordinaria.

L'agevolazione per i piccoli consumi di gas, si legge nel Catalogo, «incentiva i consumi gas di origine fossile» e dà al consumatore «un segnale di prezzo al ribasso, in controtendenza rispetto all'esigenza» di «promuovere un uso più razionale ed efficiente del gas», secondo il principio del «chi consuma paga». In sostanza l'Iva ridotta disincentiva i consumatori dall'adottare «tecnologie ambientalmente più sostenibili». Il Catalogo fa l'esempio del «solare fotovoltaico per la cottura ad induzione di cibi e il solare termico».

Peccato che queste tecnologie siano ancora costose e poco efficienti.

Ragionamento identico per l'Iva applicata all'energia elettrica per uso domestico. Vero che «ha uno scopo sociale di riduzione dell'incidenza delle spese delle famiglie». Ma lo sconto «riduce lo stimolo di prezzo per un uso efficiente dell'elettricità».

La lista del ministero suggerisce implicitamente di portare l'aliquota dal 10 al 22%. Se verrà applicato alla lettera il decreto del ministero dell'ambiente - cioè un taglio dei sussidi dannosi per l'ambiente del 10% - ci si può aspettare la creazione di un'altra aliquota all'11%. Un rincaro in bolletta dell'1%. Se dovesse invece passare l'idea di passare intere categorie di merci e servizi dalle due aliquote Iva più basse quella ordinaria, ci si può aspettare rincari fino all'11%.

Sempre che passi il decreto clima, nella versione circolata negli ultimi giorni.

Tutta la materia ambientale e fiscale dovrebbe finire nella legge di Bilancio. I rincari diventerebbero quindi materia di confronto con tutto l'esecutivo ed è difficile immaginare che il pacchetto eco-fiscale passi indenne.

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