Roma - Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, supera l'ostacolo sul disegno di legge penale ma la maggioranza perde pezzi.
La Camera dà il via libera al testo, blindato con il voto di fiducia, che contiene la riforma del processo penale. Nel fronte che sostiene l'esecutivo si registrano le defezioni di Udc e verdiniani. Rientrano, invece, in extremis i mal di pancia di Alternativa popolare e Movimento democratico progressista. Gli ex Pd chiedono prima la modifica del testo ma poi si accodano.
«Soppesando le cose il nostro gruppo farà una scelta di responsabilità allontanando l'avventurismo che sembrava aver coinvolto alcune forze politiche che siedono in Parlamento: voteremo la fiducia per provare a rendere la legislatura meno vuota» è la spiegazione del suo sì alla riforma da parte di Davide Zoggia.
Confermato il no dell'Udc che al momento del voto abbandona l'Aula. Il capogruppo dei centristi Rocco Buttiglione spara sulla maggioranza.
«Nel passaggio precedente alla Camera, avevamo votato la fiducia auspicando che il testo venisse migliorato in Senato. -attacca Buttiglione- Questo cambiamento non è avvenuto, non è stato sufficiente e, pertanto, voteremo no».
Il deputato Udc poi entra nel merito del provvedimento- «I tempi di prescrizione - spiega Buttiglione- sono francamente inaccettabili. Così si autorizza la magistratura a tenere sotto processo una persona per troppo tempo e questo significa rovinargli la vita. Lo strumento della fiducia, in questo caso, è inadeguato e sbagliato: si tratta, infatti, di una legge penale che tocca la libertà delle persone. Con la fiducia si impedisce il voto segreto: è un grande segnale di sfiducia del Governo nei confronti della sua maggioranza».
E uno stop alla riforma è arrivato anche da parte dei deputati di Ala-Scelta Civica.
Tutte compatte sul voto contrario le opposizioni.
«Avere introdotto di fatto con questo provvedimento un aumento generalizzato dei termini di prescrizione spiega il parlamentare di Forza Italia, Carlo Sarro - significa produrre un allungamento altrettanto generalizzato dei tempi del processo, l'esatto opposto di quello di cui si avverte bisogno nella nostra società, e soprattutto l'esatto opposto di quelli che sono gli obiettivi che in materia di politica giudiziaria sono stati più volte enunciati dagli organismi e istituti internazionali che con grande criticità guardano alla questione dei processi in Italia».Dunque Gentiloni porta a casa il risultato ma le turbolenze in maggioranza restano.
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