Gogna fiscale sui famosi per i conti in Svizzera

Ripubblicata la lista Falciani con i nomi di centomila clienti della banca Hsbc anche se non c'è prova che siano evasori. E il bancario-delatore diventa una star

Gogna fiscale sui famosi per i conti in Svizzera

Dai sovrani dei Paesi arabi alle star di Hollywood fino ai semplici cittadini, centomila nomi da mettere alla gogna. Questa, in sintesi, la mega inchiesta denominata Swissleaks e pubblicata da circa 50 organi di stampa internazionali, coordinati dal consorzio giornalistico americano Icij. Il piatto forte sono i conti correnti aperti nella filiale di Ginevra della banca britannica Hsbc. I numeri sono da capogiro, si parla di circa 180 miliardi di euro transitati nella filiale svizzera e tutti riconducibili a una lunga lista di vip, dal re del Marocco a quello della Giordania, dal pilota Fernando Alonso all'attore americano John Malkovich. Ma ci sarebbero anche trafficanti d'armi e i cartelli della droga che avrebbero sfruttato l'occasione offerta dalla Hsbc per celare i proventi dei loro affari illeciti. Insomma, uno scandalo con i fiocchi che, se da un lato smaschera molte attività illegali, dall'altro però mette sullo stesso piano chi ha depositato i propri risparmi senza violare le leggi.

D'altronde, il piatto da servire è più che ghiotto e stuzzica gli appetiti dei lettori di tutto il mondo. Il gossip su star e potenti e sulle loro ricchezze è e sarà sempre oggetto di accese discussioni al tavolo del bar. E non solo. Sapere quanti milioni nascondono in Svizzera i cantanti Tina Turner e Phil Collins o la top model Elle Macpherson soddisfa molte e morbose curiosità.

Ma che c'è di nuovo dunque in questa inchiesta? All'apparenza non molto: si tratta della solita «lista Falciani», cioè l'elenco rubato dall'informatico ed ex dipendente della Hsbc Hervé Falciani e poi rivenduto agli uffici del Fisco di alcuni Paesi. La sola Germania, secondo indiscrezioni, avrebbe offerto per la lista dei correntisti tedeschi 2,5 milioni di euro. Falciani, che collabora con le autorità francesi e spagnole e alle quali ha fornito i file di oltre 100mila clienti della Hsbc, aveva copiato le liste dei correntisti tra il 2006 e il 2008. Molti dei nomi apparsi sui giornali erano già saliti alla ribalta tra il 2009 e il 2010, quando per la prima volta si sentì parlare dell'informatico. L'ultimo elenco, che vede la luce in questi giorni, è un solo aggiornamento con l'inserimento di nuovi nominativi. Nella lunga lista ci sarebbero anche settemila italiani, tra cui lo stilista Valentino, l'imprenditore Flavio Briatore e il pilota Valentino Rossi. Naturalmente la loro attività è stata ripassata al setaccio e, con malcelata soddisfazione, i giornali non hanno risparmiato loro pesanti allusioni, mettendoli nel listone dei grandi evasori. Valentino Garavani aveva in Svizzera un conto di 108 milioni, Valentino Rossi di 23 e Briatore di circa 73 milioni. Peccato che sia lo stilista sia il campione di motociclismo abbiano sanato la loro posizione con il fisco. Briatore, invece, conferma di avere depositi in Svizzera, ma «in modo perfettamente legale e in conformità con qualunque legge fiscale». Le Procure di Roma e Torino esamineranno comunque la lista e decideranno se aprire una nuova indagine.

Non siamo qui a fare i difensori d'ufficio di vip o imprenditori: se qualcuno ha commesso delle irregolarità, va perseguito. Ma rendere pubblici anche i nomi di chi, come tanti illustri sconosciuti, fa quel che gli pare dei propri risparmi senza violare alcuna norma, ci sembra la solita gogna mediatica. E ci fa sorridere soprattutto chi dipinge Falciani come un eroe che fa tremare i disonesti. Lui stesso ha finito per crederci, tanto che in questi giorni ha dato alle stampe il libro La cassaforte degli evasori , in cui racconta la sua storia come una missione per «raccogliere le prove» contro chi evade le tasse. Sarebbe opportuno ricordare che l'ex informatico ha rubato i dati alla Hsbc (la Svizzera cerca ancora di arrestarlo) e li ha rivenduti facendosi pagare profumatamente. Ma soprattutto ci sembra pericoloso, come affermavano le autorità svizzere, «che uno Stato di diritto possa utilizzare dati ricevuti in modo illegale».

Hervè Falciani, ingegnere informatico italofrancese, è un ex dipendente della Hsbc di Ginevra, dove ha lavorato dal 2001.

Nel 2009 ha iniziato a collaborare con la polizia di vari paesi, facendola accedere al sistema informatico della banca. Lo racconta in un libro, «La cassaforte degli evasori», che uscirà a fine mese. Ora inizierà anche a collaborare con «Podemos», il partito degli «indignados» di Spagna.

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