Solo tattica o prima spaccatura tra Movimento 5 Stelle e Lega? Difficile a dirsi. Ma pare che Luigi Di Maio non sia affatto propenso a rinunciare alla premiership. "Io non posso e non intendo rinunciare a guidare il governo", avrebbe detto nelle ultime ore il grillino. Un messaggio che ha fatto infuriare Matteo Salvini. Tanto che, dopo essersi detto "prontissimo" a fare il presidente del Consiglio, ma non a tutti i costi ("Non è o me o la morte"), il segretario del Carroccio ha detto chiaramente che metterla in questi termini rischia soltanto di far saltare il banco. "Non puoi andare al governo dicendo 'o io o niente' altrimenti che discussione è? - mette in chiaro a Porta a Porta - se Di Maio dice 'o io o nessuno' sbaglia, perché a oggi è nessuno".
In mattinata i ben informati dicevano che Salvini e Di Maio sarebbero tornati a sentirsi a breve, probabilmente anche a vedersi. Se così fosse stato, si sarebbe trattato del loro primo faccia a faccia. L'elezione dei presidenti delle Camere aveva segnato un primo punto di contatto. Il fatto che tra i punti del programma Salvini avesse inserito anche uno dei cavalli di battaglia dei pentastellati, il reddito di cittadinanza, aveva contribuito ad avvicinare ulteriormente i due partiti. Le acque, però, si sono repentinamente agitate. Ieri pomeriggio, in una nota congiunta, i due presidenti in pectore dei deputati e dei senatori, Giulia Grillo e Danilo Toninelli, si erano messi a "stuzzicare" Forza Italia accusandola di non avere ben saldo nelle mani il timone dei gruppi."Roberto Fico ha ottenuto 422 voti, pari a oltre i due terzi dei componenti dell'Aula. Sono mancati tuttavia circa una sessantina di voti rispetto ai numeri che ci sarebbero stati se tutte le forze del centrodestra avessero rispettato i patti come hanno fatto la Lega e Fratelli d'Italia".
A dividere ulteriormente è la poltrona di Palazzo Chigi. Su un eventuale incarico a Di Maio, Silvio Berlusconi è stato sin dall'inizio irremovibile ("Non può essere lui il premier"). Dal quartier generale pentastellato non esce nulla in chiaro, ma vengono lanciati i primi "pizzini". "Siamo pronti a offrire (a Salvini, ndr) i ministeri più importanti", spiegano i grillini alla Stampa. In cambio, Di Maio vorrebbe Palazzo Chigi: "O faccio io il premier o non se ne fa nulla". Una fuga in avanti che non è affatto piaciuta a Salvini. "Non è il modo giusto per partire", sbotta ricordando ai grillini "il voto degli italiani". "Ha vinto il centrodestra e all'interno del centrodestra ha vinto la lega - continua - non vedo l'ora di essere messo alla prova dei fatti ma sarebbe scorretto dire 'o io o il diluvio'". Non solo.
Nel caso in cui Di Maio dovesse insistere sul veto a Forza Italia per la formazione del nuovo governo, il leader lumbard sarebbe pronto a dirgli "arrivederci".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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