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Il governo si tiene le pensioni Taglierà quelle oltre 2mila euro

Le ipotesi al vaglio del governo: rimborsi solo graduali e non per tutti, penalizzati manager e donne. Lo stop della rivalutazione sarà per sempre. Una vera e propria rapina di Stato

Pensionati in attesa in un ufficio dell'Inps
Pensionati in attesa in un ufficio dell'Inps

Soldi restituiti ai pensionati con il contagocce. E spesa tutta a carico degli italiani, con una manovrina di circa 5 miliardi di euro. Il ministero dell'Economia a caccia di risorse per tappare il buco aperto dalla Consulta, pressato dalla Commissione europea che ci ha messo «sotto monitoraggio» sulla vicenda. E appare sempre più chiaro che, comunque vada, il conto lo pagheranno gli italiani. Pagheranno i pensionati sopra i 2mila/2.500 euro e, novità di ieri, quelli che hanno versato pochi contributi. Più indirettamente pagheranno tutti gli italiani quando dovranno farsi carico di coprire la parte che manca con più tasse o meno servizi.

Ieri il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan in un'intervista al Messaggero ha dato due notizie importanti su questo fronte. La prima, è che il decreto arriverà la prossima settimana con un decreto. Soprattutto perché «la Commissione europea ci sta osservando attentamente riguardo questa situazione», ha riconosciuto.

Circostanza confermata ieri da fonti di Bruxelles: nella lettera con le raccomandazioni sulle riforme ci sarà anche un accenno alla vicenda della rivalutazione delle pensioni. Con la promessa di un «monitoraggio» degli effetti sui conti.

Padoan ha poi confermato che la restituzione non riguarderà tutti, non sarà integrale, forse scaglionata nel tempo. E magari riguarderà anche il «regime futuro». Formula che sembra lasciare aperta la porta a una riforma generale della rivalutazione.

Al ministero dell'Economia per ora si sta lavorando a una restituzione graduale della rivalutazione bloccata per legge nel 2012 e nel 2013 da una norma del governo Monti. Con il mandato di penalizzare alcuni pensionati e alleggerire il carico su altri. L'ipotesi più probabile è che la rivalutazione sia limitata molto oltre la soglia dei 2mila euro. Con il contagocce anche per chi ha un regime totalmente retributivo o misto o comunque ha pagato pochi contributi.

Ipotesi da «tecnici», destinata a suscitare polemiche, anche perché rischia di colpire soprattutto le donne, che hanno spesso una storia contributiva meno continua degli uomini.

I cordoni dovranno comunque essere stretti. Perché i vincoli europei sui conti devono essere rispettati. La restituzione non sarà fatta in deficit. Non si supererà il tetto del 3%, e questo è scontato. Il governo voleva almeno arrivare al 2,8%. Ma per la Commissione europea dobbiamo restare al 2,6% previsto dal Def. Questo significa che il governo dovrà coprire completamente, o comunque in buona parte, il costo della sentenza. Come minimo sono cinque miliardi di euro che vanno coperti, obiettivo possibile solo con una manovra.

A saltare sono sicuramente tutti i progetti di

Renzi sul tesoretto da 1,6 miliardi. Sempre che non voglia realizzarli aumentando le tasse o comprimendo altre spese. Ma anche così restano più di tre miliardi da trovare. Un costo, che finirà sulle spalle della collettività.

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