Renzi è al governo ma il suo partito non gode di buona salute. Stavolta non parliamo di sondaggi, che lasciano il tempo che trovano dal momento che i numeri davvero importanti sono quelli che escono dalle urne. Il Pd è in forte crisi a livello di iscritti: è passato dai circa 800mila ai tempi in cui il segretario era Bersani, nel 2012, scesi poi mai al di sotto di quota 500mila, ai trecentomila di oggi, secondo la stima della segreteria del Nazareno (al massimo 350mila), con l'obiettivo di non scendere sotto quella che ormai viene vista come una soglia di sopravvivenza. Un calo netto di mezzo milione di iscritti, pari al 62%. E il calo, nell'era Renzi, prosegue in modo vistoso: basti tenere conto del fatto che quando il politico toscano divenne segretario, nel 2014, il suo partito contava circa 360mila tesserati.
Il quotidiano Repubblica in un'inchiesta evidenzia quella che appare, a tutti gli effetti, un crollo degli iscritti. Nel titolo si legge "Pd, militanza in fuga: chiude un terzo dei circoli, allarme regioni rosse". La situazione, in effetti, sembra più grave del previsto in quelle regioni che un tempo erano le roccaforti rosse, Toscana ed Emilia Romagna in primis. Nella sezione "Pisanova Berlinguer", un tempo la più grande di Pisa, dai 350 iscritti del 2014 oggi si contano a malapena 30 iscritti: un vero e proprio tracollo. A Roma, anche per gli scandali legati a Mafia Capitale (ma non solo), sono stati chiusi 35 circoli su 110. In Emilia Romagna, invece, le sedi sono passate da 700 a 640. Ai tempi di Bersani erano quasi 7mila i circoli. Ora è già tanto se si arriva a 4500.
Dalla segreteria Pd provano a minimizzare:"Non si tratta di disaffezione - osserva il vicesegretario Lorenzo Guerini - siamo noi che stiamo razionalizzando il quadro. Non è solo questione di costi, anzi. Se c’è un circolo con tre iscritti, magari lo facciamo fondere con quello del paese vicino. A me interessa che quei tre militanti possano partecipare, riunirsi e discutere di politica". Insomma, i circoli chiudono, gli iscritti crollano ma il partito dice che va bene così, non c'è problema.
Ma Renzi che fa? Per il 5-6 dicembre ha in programma una due giorni per rilanciare la mobilitazione. Lo strumento? I gazebo nelle piazze italiane per dire a tutti "Italia coraggio". Difficile che questo porti nuovi iscritti, però l'obiettivo del premier è smuovere le acque e far vedere che il governo ha una base che lo sostiene.
Per discutere di politica basta la Leopolda, in programma, come sempre, a Firenze, quest'anno dall'11 al 13 dicembre. Vedremo come andranno le cose per la kermesse renziana. Il partito, però, è un'altra cosa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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