“Costruire un'unica grande moschea in un quartiere potrebbe fare sentire i cittadini assediati. Perché si ha paura di ciò che non conosciamo. Perché allora non realizzare piccole moschee e centri culturali in ogni quartiere? Così si favorisce l'integrazione”. Parola di Patrizia Bedori, candidata dei Cinquestelle al Comune di Milano.
La grillina, che milita nel Movimento dal 2009, non si ferma qui. La sua particolare idea di integrazione non si ferma qui ma, come spiega in un’intervista a Lettera43.it, si estende anche ai rom. “Si mettono universitari a fare progetti pilota sperimentali. A cosa serve? Occorrono dei mediatori loro, devono fare sentire la loro voce per uscire dallo schema noi e loro”, sottolinea la Bedori che accetta la sfida di una civiltà multietnica e lo fa citando Gaber. “Nel monologo, lui nella notte vaga terrorizzato perché ha intravisto uno sconosciuto. Poi quando lo incrocia ammette: ‘Era come me...”.
Sulle unioni civili appoggia totalmente la linea decisa dai senatori cinquestelle di non votare il canguro ma di sostenere il ddl Cirinnà che, per certi aspetti, esiste già per i parlamentari. “Sa che in parlamento il Cirinnà lo hanno già? Reversibilità della pensione anche al non coniuge e così via? Per la Casta sì, per i cittadini no”, attacca la Bedori.
L’intervista si chiude con un pensiero rivolto al candidato Giuseppe Sala: “Se il centrosinistra non è riuscito a tirare fuori un nome politico, ma quello di un manager, vuol dire che è in grossa difficoltà”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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