Il grillino Di Stefano attacca: "Pure Brucaliffo è meglio del pericoloso Salvini"

Il sottosegretario pentastellato agli Esteri commenta il risultato delle Regionali e attacca duramente il segretario della Lega

Il grillino Di Stefano attacca: "Pure Brucaliffo è meglio del pericoloso Salvini"

Il Movimento 5 Stelle ha (stra)perso le elezioni, ma il pentastellato Manlio Di Stefano trova comunque il modo di esultare, sostenendo che Matteo Salvini "ha straperso malamente e dolorosamente, e quindi, da piccolo uomo com'è, è passato alla tecnica più vecchia del buttarla in calcio d'angolo parlando del disastro del M5s".

Un attacco tanto duro quanto frontale, arrivato via social. Già, perché il sottosegretario grillino agli Esteri ha scelto il proprio profilo Facebook per prendersela con il segretario della Lega. E, soprattutto, per cercare di nascondere (malamente) l'ennesima debacle elettorale dei 5 stelle, sostenendo sostanzialmente che il partito di Beppe Grillo avrebbe partecipato alla tornata semplicemente per partecipare: "Noi giocavamo per esserci, per entrare in regione, certamente non per vincere visto il nostro momento storico di ristrutturazione…".

Dunque ecco la "semplicistica" analisi del voto (la definisce lui stesso così) del braccio destro di Luigi Di Maio alla Farnesina: "Fossi stato un emiliano-romagnolo avrei votato persino il Brucaliffo se questo avesse potuto evitare di dare la mia regione in mano a un cazzaro pericolosissimo per la società e la democrazia come Salvini. A chiunque piuttosto che vedere altri citofoni, altri crocifissi baciati, altri tweet come quello su Kobe Bryant...".

Poi c'è spazio pure per un "Post scriptum" per commentare in due righe anche il risultato – assai negativo per il Movimento 5 Stelle – in Calabria. Due righe per dare contro a Forza Italia e Silvio Berlusconi.

Non pago, Manlio Di Stefano ne ha anche per il Partito Democratico, alleato di governo: "Consiglio vivamente al Partito Democratico di evitare che la giusta esultanza si trasformi in bislacche fughe in avanti su ipotetiche 'modifiche dell'asse politico del governo'". E fa l'elenco in quattro punti: "Primo perché siamo pagati per continuare a occuparci delle esigenze degli italiani quindi, piuttosto che parlare di potere noi preferiamo continuare a parlare di riforme da fare. Secondo perché le riforme del MoVimento 5 Stelle già fatte stanno tutte dando risultati ottimi di cui andiamo fieri, quindi c'è poco da chiedere, tantomeno pretendere, di cambiare". Non c'è due senza tre: "Terzo perché non vorrei dover ricordare a tutti che gli equilibri numerici in Parlamento non sono mutati di una virgola, tradotto, non esistono leggi che possano passare senza la nostra piena volontà".

E infine: "Quarto perché trovo curioso che fino a ieri (con un po' di paura magari) tutti ribadissero convintamente che le elezioni regionali non avessero influenza sul governo e oggi (baldanzosi) abbiano cambiato idea. Suvvia, un po' di coerenza…".

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