Dopo la comparsata in televisione nel salotto buono di Bruno Vespa, Beppe Grillo sceglie il Corriere della Sera per confessare i propri errori. Dalle oceaniche piazze riempite a suon di "vaffa" ai divieti tivù, il leader dei Cinque Stelle rinnega se stesso per fermare l'emorragia pentastellata e tentare la strada del dialogo grazie alla mediazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: "Siamo pronti al dialogo con tutti, anche con il Pd, sul diritto di cittadinanza e la riforma della Rai".
Grillo apre al confronto sui due temi centrali, a cominciare dal "sostegno a chi perde il lavoro, a chi non lo raggiunge". L'ipotesi è di un assegno da 780 euro al mese che vari a seconda del numero dei componenti familiari. Per questo obiettivo il leader M5S auspica la più ampia convergenza da parte del mondo della politica. "Bisogna capire che la povertà va affrontata come una malattia non come un reato - spiega al Corriere della Sera - se ci sono proposte, siamo aperti a qualsiasi discussione". I dubbi di un piano assistenziale che azzoppi i conti pubblici sono, tuttavia, sotto gli occhi di tutti. "Chi usufruisce del reddito di cittadinanza, segue un percorso con lo Stato - argomenta - gli si offrono due-tre lavori, se non li accetta, perde il reddito". Perché questo avvenga, però, deve cambiare anche il rapporto con lo Stato, i sindacati, le imprese. "Un conto è che puoi licenziare con il Jobs Act che si abbatte come una scure con alle spalle il reddito di cittadinanza, un altro conto senza", conmtinua Grillo riferendo che in Italia solo il 40% delle persone ha un reddito da lavoro, il 30% sono figli, persone a carico, il 20% vive da reddito indiretto, con le pensioni, e il 10% con i sussidi. Grillo non spiega dove andrà a prendere le coperture ecomiche per non farsi bocciare la riforma. "I soldi - assicura - li troviamo". E indica, sommariamente che si potrebbero ricavare dalle spese per gli armamenti, dal gioco d’azzardo e da una patrimoniale: "Le persone che hanno 2-3 milioni di reddito. Se gli prendi lo 0,5-1% a questo scopo non credo siano contrari".
Il secondo tema di confronto è la riforma della Rai. Grillo apre a un pacchetto di riforme che escluda i partiti purchè le proposte del Movimento 5 Stelle "non siano bocciate a priori: ci vuole onestà intellettuale". Grillo ritiene possibile aprire un dialogo su questi due temi con chi ci sta e, soprattutto, grazie alla mediazione di Mattarella. "Ovviamente - ci tiene a precisare - deve essere al di sopra delle parti, mi sembra un garante della Costituzione molto preparato anche se non sta a me giudicare". Una mossa in extremis che serve a evitare l'implosione del Movimento 5 Stelle, sempre più fiaccato da espulsioni e ammutinamenti, e a tornare sotto i riflettori dei media. Dopo le europee, il declino di Grillo lo ha confinato nel cono d'ombra della politica. E, guardando alla campagna elettorale per le regionali, sa bene che non può permettersi un altro flop. "Le piazze non funzionano più- spiega - resteremo sotto il palco e staremo con la gente". Quanto al divieto di andare in tv, Grillo dice di preferire sempre la rete ma ammette che "ci sia una fetta di elettorato che si informa con i canali tradizionali. Può essere che abbia sbagliato io".
L'intervista di Grillo non è certo passata inosservata. La sinistra ha gradito e studia l'ipotesi di un nuovo equilibrio in parlamento. "Il Pd deve essere pronto a confrontarsi nel merito delle questioni - ha replicato il capogruppo dem alla Camera Roberto Speranza - senza pregiudizi". Ancora più netto Nichi Vendola che già sogna una nuova maggioranza per scalzare Angelino Alfano e Ncd dal governo.
"Vogliamo la #Rai dei cittadini e non dei partiti o del governo? Vogliamo come in tutta Europa il reddito minimo che può essere una delle risposte contro la povertà e contro i ricatti? - twitta il leader di Sel - in Parlamento c’è una maggioranza possibile. Facciamolo. Ora".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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