Grillo vara la supertassa Nel mirino gli stipendi superiori a 3.500 euro

La mazzata si vota in Rete: per finanziare il reddito di cittadinanza si porta l'Irpef al 50%

Grillo vara la supertassa Nel mirino gli stipendi superiori a 3.500 euro

«Il top dei top» un accidenti, quella al massimo era l'idea iniziale. Ora la nuova tassa pensata da Beppe Grillo dovrebbe piombare su chi porta a casa quattromila euro al mese. Finirà così, se il Movimento Cinque Stelle andrà al governo. «La chiameremo Top1», blateravano due giorni fa i deputati M5s. Rimasticavano quello che avevano origliato dagli esperti, in particolare da Marcello Minenna, docente alla Bocconi, uno che conosce l'Economia e infatti abbandonò al suo destino la giunta Raggi dopo un paio di mesi. Di una nuova tassa, dunque, si parlava da qualche tempo, ci mancherebbe altro. Però «riguarderà i super-ricchi», dicevano i grillini, esibendo come spesso gli accade un non-programma fatto di spot, aggiungendo come al solito l'«un per cento degli italiani, quelli che hanno tutta la ricchezza del Paese». In fondo uno vale sempre uno, a modo loro i pentastellati rispettavano il credo delle origini, quel decisionismo iper-diffuso, da rispolverare ovviamente quando più serve. A quel punto da ieri si poteva votare, come al solito sulla piattaforma «Rousseau», dove non possono certo accedere tutti, ma solo gli attivisti iscritti e certificati. Uno vale uno e via a dare addosso all'uno per cento degli italiani, che alle elezioni che prima o poi si faranno non possono certo spostare l'ago della bilancia del risultato finale. Solo che qualcosa non funziona come previsto, alla fine la verità viene a galla, si riesce a entrare e sbirciare nel pensiero di Rousseau e si scopre che di una nuova tassa si parla, certo. Ma niente top del top.

La proposta di Grillo se andrà al governo è decisamente un'altra ed è questa: una supertassa su tutti i redditi superiori ai 75 mila euro all'anno, lordi. Che vedranno tassato il loro reddito non più al 43, ma al 50%. Un altro sette per cento in più di Irpef, l'imposta sul reddito della persone fisiche. Insomma, chi oggi già paga le tasse e guadagna circa 3.500 euro netti, vedrà ridursi di circa altri 300 euro al mese i soldi a disposizione. Qualcosa non deve aver funzionato nei calcoli del Movimento, perché la nuova mazzata proposta dal Grillo di governo riguarderà decisamente più italiani e più (potenziali) elettori. Basta leggere gli ultimi dati, resi disponibile dal ministero dell'Economia nel 2017. Riguardano le dichiarazioni dei redditi presentate nel 2015 e dicono che un italiano guadagna in media 20.690 euro, lordi, all'anno. Dicono pure, i dati ministeriali, che il 45% delle dichiarazioni stanno sotto i 15.000, mentre il 49% dichiara tra i 15.000 e 50.0000. Sopra i 50.000 sono le dichiarazioni del 6% dei contribuenti italiani, che già da soli si sobbarcano il 38% di gettito dell'imposta nazionale. E quindi comprendono chi ha un reddito superiore ai 75.000. Esiste, in verità, un'imposta sui redditi maggiori di 300.000, un contributo di solidarietà del 3%.

A che servirà questa nuova tassa? A finanziare il reddito di cittadinanza, l'idea è questa, anche se non è ancora confermata, ma nel caos delle sparate grilline il copione alla fine è sempre lo stesso. Ed era tutto intuibile due giorni fa, al convegno organizzato dal Movimento a Montecitorio. Titolo «The Italian Public Debt in the Eurozone».

C'erano tutti, Grillo con le cuffie per sentire la traduzione in simultanea dall'italiano all'inglese, Davide Casaleggio, Di Maio e Di Battista. C'era l'organizzatrice, Laura Castelli, che giurava: «Nessuna nuova tassa». Balle, al top.

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