Guerra commerciale Usa-Ue. Donald fa infuriare l'Europa

Il leader Usa: "Bruxelles ingiusta sui nostri prodotti". La replica: "Agiremo se colpiti da misure restrittive"

Guerra commerciale Usa-Ue. Donald fa infuriare l'Europa

Dopo aver scatenato le ire di Cina e Sud Corea con i dazi su lavatrici e pannelli solari importati, Donald Trump paventa lo spettro di una guerra commerciale con l'Europa. Nel corso di un'intervista a Piers Morgan con la tv britannica Itv, il presidente americano ha abbandonato i toni più concilianti utilizzati al World Economic Forum di Davos, puntando il dito contro l'Unione Europea per rapporti commerciali che ha definito «molto ingiusti». «Non possiamo far entrare i nostri prodotti. È molto, molto difficile. Eppure loro mandano qui i loro prodotti, con pochissime tasse», ha tuonato il Commander in Chief. «L'Ue ha trattato gli Stati Uniti in modo molto ingiusto in fatto di commercio», ha ribadito, avvertendo di aver avuto «parecchi problemi con il Vecchio Continente, che potrebbero trasformarsi in qualcosa di davvero grosso dal punto di vista commerciale».

Gli scambi commerciali sono uno dei temi centrali del discorso sullo Stato dell'Unione che il presidente pronuncerà nella notte italiana davanti al Congresso a camere riunite, insieme ai successi del suo primo anno alla Casa Bianca - economia e tasse in testa - e all'immigrazione. Ad anticiparlo è stato proprio il tycoon, precisando che gli Usa non verranno più sfruttati da questo punto di vista. Le affermazioni di Trump, tuttavia, hanno provocato l'immediata reazione di Bruxelles: «L'Europa è pronta ad agire in modo rapido e appropriato nel caso in cui le sue esportazioni siano colpite da misure restrittive degli Stati Uniti», ha spiegato il portavoce del presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker. Questo «può e deve essere win-win» nonché «equo e basato sulle regole». «Le politiche commerciali non sono un gioco a somma zero», ha sottolineato ancora il portavoce, «non si tratta di vincitori e vinti» in quanto «noi, nell'Unione europea, pensiamo che il commercio possa e debba essere una situazione vincente per tutti». Allo stesso tempo, ha spiegato, «crediamo che se il commercio deve essere aperto ed equo, deve essere anche basato sulle regole». Trump, da parte sua, non ha risparmiato critiche nemmeno alla premier britannica Theresa May, a suo parere troppo debole nelle trattative sulla Brexit. «Non è come negozierei io, avrei un atteggiamento diverso. - ha detto - Sarei molto più duro».

Parole che rischiano di pesare sulla posizione già non semplice della May in patria, e che allo stesso tempo potrebbero mettere a dura prova la storica relazione speciale tra Washington e Londra. The Donald ha invece ribadito la sua stima per il presidente francese Emmanuel Macron, aprendo a un rientro degli Stati Uniti nell'accordo sul clima di Parigi, in parte proprio per il suo buon rapporto con il leader dell'Eliseo. «Mi piace Emmanuel, è un bravo ragazzo», ha detto. «Tornerei indietro? Sì, ci tornerei, ma deve essere un buon affare per gli Usa». Precisando che «dovrebbe essere un'intesa completamente diversa, perché questa sarebbe un disastro per noi». Tutto ciò nonostante il Commander in Chief abbia manifestato nuovamente il suo scetticismo sulla scienza che sta dietro al cambiamento climatico. «C'è un raffreddamento, c'è un surriscaldamento.

Prima non si chiamava cambiamento climatico, ma riscaldamento climatico», ha spiegato. «Anche questo termine però non ha funzionato bene visto che c'era un raffreddamento un po' ovunque - ha aggiunto - Le calotte di ghiaccio avrebbero dovuto sciogliersi, ma al contrario stanno registrando record».

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