Hayden, diagnosi choc: le conseguenze cerebrali saranno permanenti

Vanni Zagnoli

Nicky Hayden si salverà, ma il timore è che riporti conseguenze permanenti, a causa del gravissimo danno cerebrale subito nello scontro con l'auto. Il pilota americano resta ricoverato all'ospedale Bufalini, in prognosi riservata. Pedalava insieme ad amici nella zona di Misano Adriatico, verso le 14 si è staccato dal gruppetto e avrebbe compiuto una sorta di inversione, che ha contribuito all'impatto con l'auto del romagnolo di 30 anni, di Morciano.

Sbalzato sul cofano, sfonda il parabrezza. La bici si spezza, nel fosso ai lati della strada. Le condizioni restano parecchio gravi, al punto che per il momento è impossibile intervenire chirurgicamente, perché i rischi sono elevati. Hayden si allenava in bicicletta, come un biker qualsiasi, era come se fosse in mountain bike, per restare in forma per la superbike, dov'è protagonista dalla scorsa stagione. Si muove spesso a Misano Adriatico, nel Riminese, poco distante dal circuito che da anni ospita il gran premio di San Marino, intitolato a Marco Simoncelli.

Al suo capezzale c'è la fidanzata Jackie, dall'America sono arrivati la madre Rose e il fratello Tommy, pure motociclista professionista. La sorella Kathleen twitta così: «Nicky è un combattente». Anche per questo lo chiamano Kentucky kid.

Dal motogp di Le Mans arrivano i messaggi degli ex rivali. Marc Marquez, Jorge Lorenzo e Valentino Rossi issano lo striscione: «Ti pensiamo, Nicky 69».

«Durante le prime ore - spiega il «dottore» - è stato difficile rendersene conto. Un amico mi spiega che la situazione clinica è difficile, speriamo per il meglio. Nicky è un bravissimo ragazzo, viene da una famiglia di corridori, è uno dei migliori amici che avevo nel paddock». Sono stati compagni alla Honda.

«Era al debutto, nel 2003». All'epoca Valentino aveva 25 anni e Nicky 22. «L'ho visto crescere. È una gran persona, sempre sorridente». Da allora fecero percorso parallelo.

«Lottammo per il mondiale 2006, all'ultima gara e mi battè, diventando campione del mondo, e io l'abbraccia subito. Siamo stati compagni anche negli anni difficili alla Ducati, magari per conquistare l'ultimo posto fra i migliori 5».

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